Domenica 6 Marzo | Diocesi di Trivento

Commento al Vangelo

Domenica 6 Marzo

Domenica 6 Marzo Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti.Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Fare la volontà del Padre non dipende dal cosa si fa – si trattasse anche di scacciare demoni o fare miracoli! – ma dal come lo si fa. E’ volontà del Padre ascoltare le parole di Gesù e metterle in pratica. Per noi oggi è come dire: vivere la messa, dalla Parola alla missione, dall’ascolto all’ite: andate!

Impressiona la frase di Gesù – Non vi ho mai conosciuti! – anticipo di quella del giudizio finale che separerà gli agnelli dai capri. Gli apostoli sono impressionati da quello che dice il Signore; anche loro non lo conoscono?

Fare la volontà del Padre. Fare le parole ascoltate da Gesù e, tra queste, torna forte alla memoria il “Fate questo in memoria di me”, il pane eucaristico, sacramento di salvezza e di totale comunione fraterna, massima parola e tangibilità della bellezza della vita cristiana. Il credente che entra nel regno dei cieli è uno che ascolta e obbedisce alla parola, umile e operoso. Questa è la spiegazione di una parabola sorprendente: quando ascoltare e fare sono uniti, la casa resiste a tutte le prove perché sotto ha roccia; se si separa l’ascolto dal fare, allora essa è fragile perché poggia sull’inconsistenza della sabbia.

Anche queste parole impressionano la folla che ascolta Gesù e resta stupita del suo insegnamento: egli infatti insegnava come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. Anche papa Benedetto XVI colpisce quando spiega le parole di Gesù. Proprio su questo vangelo, ha scritto ai giovani in vista della giornata mondiale di Madrid: “Costruite la vostra casa sulla roccia, come l’uomo che ha scavato molto profondo. (…) Non credete a coloro che vi dicono che non avete bisogno degli altri per costruire la vostra vita! Appoggiatevi, invece, alla fede dei vostri cari, alla fede della Chiesa, e ringraziate il Signore di averla ricevuta e di averla fatta vostra!”.

La fede dei padri. E delle nonne, come quella che entrò in chiesa tenendo per mano il nipotino. Cercò con lo sguardo il lumino rosso che segnalava il tabernacolo del Santissimo. Si inginocchiò e cominciò a pregare. Il bambino girava gli occhi dalla nonna al lumino rosso, dal lumino rosso alla nonna. Ad un certo punto sbottò: “Ehi, nonna! Quando viene verde usciamo, eh?”. Quel lumino non diventerà mai verde. Continua a ripetere senza posa: “Fermati!”. Questa è la roccia.Mons Angelo Sceppacerca6 marzo 2011

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