Domenica 10 Luglio | Diocesi di Trivento

Commento al Vangelo

Domenica 10 Luglio

Domenica 10 Luglio Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».

Gesù esce di casa verso la folla come il seminatore che esce a seminare. E’ l’amore di Dio che esce da sé per portarsi a tutti, come vangelo di salvezza. Gesù si siede in riva al mare, largo e ampio come il gesto del seminatore che sparge ovunque la semente. Come andrà a finire? Dipende dall’accoglienza dei terreni, che sono diversi fra loro. Al principio è l’iniziativa di Dio che pone la Parola nel solco della nostra vita. Il seme è buono, capace di fare cento per uno; il terreno, invece, non sempre: a volte battuto, sassoso, superficiale, infestato.

Perché Gesù parla in parabole? Perché il mistero di Dio è dato, è puro e misterioso dono dall’alto. Se non è prima dato e poi accolto non può essere compreso. Non possiamo pretendere il seme; possiamo preparare il terreno e dissodarlo da orgoglio e durezza di cuore, capaci solo di nutrire ogni nostra vanità. Gli occhi e gli orecchi dei piccoli sono beati perché vedono e ascoltano non per loro merito o capacità, ma solo per la grazia di Dio. Profeti e re rappresentano quella lunga attesa e preparazione che si compie solo nei piccoli discepoli intorno a Gesù.

La profezia di Isaia sta come monito a non prendere la pagina del vangelo come fiaba per bambini. In essa è tutto il dramma della storia. Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!

E’ l’uomo ad essere seminato, visitato da Dio. E’ la storia che vede sempre insieme Dio e l’uomo: il nostro dramma è anche il suo. Dio patisce con l’uomo la fatica della sua vita ferita. Dio si coinvolge nel dramma perché ama e non abbandona. Nessuno scoraggiamento per le aridità e i rifiuti del passato. Il seminatore esce ogni giorno a seminare, anche oggi.Mons Angelo Sceppacerca10 luglio 2011

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