Settima Domenica di Pasqua – Ascensione del Signore | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Settima Domenica di Pasqua – Ascensione del Signore

Liturgia: At 1, 1-11; Sal 46; Eb 9, 24-28; 10, 19-23; Lc 24, 46-53Settima Domenica di Pasqua – Ascensione del SignoreGesù disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Termina il vangelo di Luca e le ultime parole di Gesù lo contengono tutto, compresi Mosè, i profeti, i salmi; compresa la missione che ora tocca agli apostoli. Il vangelo non è un modello etico: è Gesù che patisce, muore e risorge. Gli apostoli e i cristiani devono solamente testimoniare la pasqua che contiene anche la conversione e il perdono dei peccati. La prima è condizione del perdono. Passione, resurrezione e gloria debbono compiersi per tutti. E’ il messaggio universale della Pasqua. L’Ascensione è dopo quaranta giorni da quel mattino. È simbolo che tiene dentro tutto il tempo fino ad oggi e tutti i secoli che verranno.

Per tre anni gli apostoli erano stati con Gesù, testimoni del suo amore per tutti, compresi i peccatori. Ora, con la forza del Vento di Dio, vivranno ogni giorno alla presenza del Risorto e ne saranno testimoni, con la loro gioia, in ogni angolo del mondo. E bisogna visitarne almeno qualcuno per capire quanti angoli ha il mondo!

Tanto per essere concreti, così avviene in tante famiglie dove padre e madre diventano per i propri figli i primi catechisti e testimoni dell’amore di Dio. Anche tanti nei gruppi, nella scuola, sul lavoro, negli ospedali o come volontari ovunque, sono felici di rinnovare questi “luoghi” usando la testimonianza della propria vita coerente col Vangelo, facendo sentire quanto il Signore ama ognuno.

Commuove l’ultimo gesto di Gesù che sale in cielo, alza le mani e benedice. E’ il gesto degli antichi padri:“Alzate le mani verso il tempio e benedite il Signore”; è la nostra risposta a Dio che ci benedice: “Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace”.

Gesù sale al Padre, precedendoci a casa. Su, in alto, indica la direzione del nostro cammino che non precipita nella morte, ma vola in braccio al Padre. Prima del termine del cammino, anche noi come gli apostoli, dobbiamo “tornare a Gerusalemme”, con gioia grande e col canto di lode in cuore. Perché cantare e star contenti? Per quella voce che, suggerita dal suo Spirito, viene da dentro e dice: “Sono risorto e adesso sono sempre con te!”.Luca termina di scrivere il suo Vangelo e inizia il libro degli Atti degli Apostoli. E’ l’altro libro, quello affidato a noi, da scrivere con i nostri “atti”, capaci di mostrare, in qualche modo, la presenza di Gesù risorto su questa terra, in mezzo a noi.Mons Angelo Sceppacerca16 maggio 2010
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