9 Gennaio - Battesimo del Signore | Commento al Vangelo

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9 Gennaio - Battesimo del Signore

Liturgia: Is 42, 1-4.6-7; Sal 28; At 10, 34-38; Mt 3, 13-179 Gennaio - Battesimo del Signore Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Il tempo di Natale si chiude col Battesimo del Signore. In realtà, nella storia di Gesù di Nazareth, il tempo tra la sua nascita e il battesimo al Giordano è di circa 30 anni. Di questi decenni poco dicono i Vangeli, poco la tradizione. Col Battesimo inizia la “vita pubblica” di Gesù per le strade di Palestina fino a quel triduo di pasqua, presumibilmente all’inizio di aprile dell’anno 30.

Al Giordano s’incontrano i due vertici della storia della salvezza: la preparazione e il compimento, l’annuncio e l’arrivo – comunque inaspettato e sorprendente – del Messia che chiede – lui! – di farsi battezzare da un Giovanni che ha tutte le ragioni per opporsi ed obiettare. Ma per ora deve essere così, è il pastore che deve varcare il recinto delle pecore, per condurle in un nuovo cammino.

Anche Pietro, davanti a Gesù che vuole lavargli i piedi, oppone un rifiuto – Tu lavi i piedi a me? – per quell’amore non dovuto. Si comprende, allora, la parola di Giovanni quando si ritrova l’Agnello di Dio nella fila dei battezzandi: “Tu vieni da me?”. E’ il mistero dell’amore del Signore, perfetta e definitiva manifestazione dell’amore del Padre che, per bocca dello Spirito, dice il nome di Gesù “E’ mio Figlio!”.

Il battesimo al Giordano va capito in questa luce. Come la nascita e la manifestazione ai magi, è segno di umiliazione, abbassamento. Dinanzi a Giovanni - uomo scarnificato da una vita da asceta e profeta con voce di tuono - si allineano file di uomini e donne peccatori e penitenti. Gesù si mette in fila in mezzo a loro e Giovanni sbalordisce.

Dopo il battesimo il cielo si riapre. Lo Spirito scende e porta la voce del Padre che indica Gesù come “il Figlio mio prediletto”. Al grido di Isaia, che è il nostro in questi giorni, Dio ha risposto, è sceso come Spirito santo. Spirito significa “vita”; santo significa “di Dio”. Nel battesimo ci è stata data la stessa vita di Dio e il mondo attende che questa vita nuova si manifesti. Il mondo attende uomini e donne che vivono in terra, ma col “cielo aperto” sopra.Mons Angelo Sceppacerca9 gennaio 2011
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