22 Aprile - Venerdì Santo, passione del Signore | Commento al Vangelo

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22 Aprile - Venerdì Santo, passione del Signore

Liturgia: Is 52, 13-53, 12; Sal 30; Eb 4, 14-16; 5, 7-9; Gv 18, 1-19, 4222 Aprile - Venerdì Santo, passione del Signore In questo giorno la Chiesa con la meditazione della Passione del suo Signore e Sposo e con l’adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla croce e intercede per la salvezza del mondo. In questo giorno la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l’Eucarestia, ma fa penitenza con l’astinenza, il digiuno e le opere di carità.
Dinanzi alla croce e al racconto della passione restiamo in silenzio e contempliamo il volto di Dio morto per amore. Nel suo volto, c’è anche il nostro dolore e il volto di tanti fratelli, di interi popoli.
Ci aiutino, in questo giorno di riflessione, alcune parole credenti.

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“Il crocifisso bisogna averlo proprio davanti agli occhi, come una persona… Mi guardi: sono un povero corpo buttato in un letto. E però io so di essere utile a qualcosa. Vedo bene tutto il male che ci sta addosso, e a volte me ne sento quasi schiacciato. Eppure so che se con tutto questo male il mondo sta in piedi, è anche grazie alle sofferenze oscure di tanti, piccoli e grandi, come me. Io dal mio letto abbraccio il mondo intero”.
(Nino Baglieri, paralizzato da 33 anni)

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“Signore, ricordati non solo degli uomini di buona volontà, ma anche di quelli di cattiva volontà. Non ricordarti di tutte le sofferenze che ci hanno inflitto; ricordati invece dei frutti che noi abbiamo portato grazie al nostro soffrire: la nostra fraternità, la lealtà, l’umiltà, il coraggio, la generosità, la grandezza di cuore che son fioriti da tutto ciò che abbiamo patito. E quando questi uomini giungeranno al Giudizio, fa’ che tutti questi frutti che abbiamo fatto nascere siano il loro perdono”.
(biglietto sul corpo di un bambino morto in un campo di sterminio)

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Maggio 1945. La Seconda Guerra Mondiale era finita. La Germania, sconfitta era stata occupata dalle truppe americane, inglesi e russe. In una cittadina tedesca, una compagnia di soldati americani aveva deciso di ricostruire la chiesa, completamente distrutta dalle bombe. Durante lo sgombero delle macerie, un soldato trovò fra i calcinacci la testa di un Gesù crocifisso molto antico. Colpito dalla bellezza di quel volto, lo mostrò ai compagni. "Cerchiamo gli altri pezzi e ricostruiamo il crocifisso", propose uno. Si misero tutti a frugare con pazienza fra le macerie. Rovistando qua e là, soprattutto vicino all'altare, trovarono molti frammenti del crocifisso. Con calma, due soldati tentarono di ricomporre il crocifisso frantumato. Ma nessuno riuscì a trovare le mani di Gesù. Quando la chiesa fu ricostruita, anche il crocifisso riprese il suo posto sull'altare. Mancavano soltanto le mani. Ma un soldato collocò ai piedi del crocifisso un cartello con queste parole: “Ich habe keine anderen Hande als deine”. Cioè: “Ora ho soltanto le tue mani”.

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Non mi muove, mio Dio ad amarti
Il cielo che mi hai promesso;
neppure mi muove l’inferno, tanto temuto,
a lasciare per questo di offenderti:

ti mi muovi, Signore; mi muove il vederti
inchiodato in questa croce e scarnificato,
mi muove vedere il tuo corpo tanto ferito
mi muovono gli affronti e la tua morte;

mi muove infine, il tuo amore – e in maniera tale
che anche se non ci fosse il cielo io ti amerei,
e anche se non ci fosse l’inferno ti temerei.

Non devi darmi nulla perché ti ami:
perché anche se non desiderassi ciò che desidero
allo stesso modo in cui ti amo ti amerei
(anonimo spagnolo del XVI secolo, Sonetto a Cristo Crocifisso)

Mons Angelo Sceppacerca22 aprile 2011
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