19 Giugno - Santissima Trinità | Commento al Vangelo

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19 Giugno - Santissima Trinità

Liturgia: Es 34, 4b-6.8-9; Sal cfr Dn 3, 52-56; 2Cor 13, 1-11; Gv 3, 16-1819 Giugno - Santissima Trinità Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

Di notte, Nicodemo incontra Gesù per un lungo colloquio. L’anziano dottore della legge chiede al giovane rabbì di Nazareth le domande che contano: è possibile per l’uomo l’autentica libertà? Può diventare una persona diversa? L’esperienza e la cultura dicono a Nicodemo che l’uomo non può rinascere; ogni suo sforzo è destinato al fallimento. Gesù invece annunzia al rabbino dalle molte conoscenze, che l’unica cosa che importa, “rinascere”, è resa possibile da Dio col dono della croce e la forza dello Spirito.

In questo dialogo, un vertice di rivelazione, al verso 16: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. La morte di Gesù, il figlio amato, è il supremo dono d’amore di Dio all’uomo. La morte di Cristo fa vedere e toccare il suo amore e quello del Padre, un amore che è vittoria sulla morte; per questo l’amore di Dio è l’unico assoluto, il solo motivo che può spingere il Padre a dare il suo Figlio e il Figlio a donare se stesso liberamente.

Un vertice che Gesù rivela a Nicodemo, “il maestro di Israele”, spiegandogli che la sua morte sulla Croce non è una sconfitta, ma la gloria, la porta per entrare nella vita eterna, non solo dopo la morte, ma già ora nella fede. In tre versi il cuore della Scrittura, la chiave per decifrare il mistero della salvezza. La fede in Gesù toglie il giudizio e la condanna ed è porta della salvezza.

Prima, dopo, al cuore di tutto c’è Dio, il suo amore che ce lo mostra tutto amore. Padre, Figlio e Spirito. Ci aiuti nella contemplazione e adorazione del mistero la preghiera di Chiara Lubich: “La Trinità dentro di me! L’abisso dentro di me! L’immenso dentro di me! La voragine d’amore dentro di me! / Il Padre che Gesù ci ha annunciato dentro di me! Il Verbo! Lo Spirito Santo che voglio sempre avere per servire l’Opera, dentro di me! / Non domando di meglio. Voglio vivere in questo abisso, perdermi in questo sole, convivere con la Vita Eterna. / E allora? Potare la vita fuori e vivere quella di dentro. Di quanto taglio di comunicazioni con l’esterno di tanto Parlo con la Trinità dentro di me”.Mons Angelo Sceppacerca19 giugno 2011
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