Commento al VangeloDomenica 18 SettembreLiturgia: Is 55, 6-9; Sal 144; Fil 1, 20c-24.27a; Mt 20, 1-16 La ricompensa del Signore è grande: il centuplo e la vita eterna. E’ un dono accordato a tutti, cominciando dagli “ultimi” arrivati. Tutte le ore sono buone per l’appuntamento col Signore. Sempre i “primi” sono stati gelosi della misericordia di Dio. Così il popolo d’Israele, il profeta Giona, il fratello maggiore del “figlio prodigo”… O come il giovane ricco e tutti quelli che pensano che la vita eterna consista nel fare qualcosa in più, mentre Gesù la promette a chi lascia tutto. Per i primi e per gli ultimi, la salvezza è sempre dono gratuito del Padre, è grazia. Solo che a capirlo subito sono gli ultimi; ai poveri basta poco a credere che ogni cosa ricevuta è un dono.Le cinque chiamate del vignaiolo possono corrispondere alle età in cui ognuno è chiamato, oppure alle epoche della storia. Conta una cosa: con Gesù siamo all’ora decisiva. Poi ci sarà la fine del giorno (del tempo) e la ricompensa (la vita eterna). E quanto agli operai, sia che indichino gli ebrei e i pagani, sia che in essi si vedano i popoli dell’oriente e dell’occidente, l’importante è capire che nessuno è fuori dalla misericordia di Dio e che il privilegio non è dato dall’ora, ma dall’essere chiamati e mandati. L’alternativa è restare disoccupati – letteralmente senza opera – nel senso di mancare di direzione e di senso.Le ore del giorno chiamate nell’antico modo (ora terza, sesta, nona…) fanno pensare anche alla preghiera della Chiesa distribuita nel corso della giornata. Anche questa è una chiamata quotidiana; anche questa è un’opera necessaria e capace di dissodare la vigna perché i frutti maturino.Anche il vangelo di questa domenica porta la notizia della bontà di Dio. Dio è amore. In questo consiste il suo essere giusto nei confronti di tutti a cui riserva la sua misericordia. Il “denaro” dato a quelli che ha chiamato alla vigna è la sua misericordia, data per grazia a tutti gli uomini che, prima, erano fermi, senza far nulla, come morti. La chiamata e il dono di Dio gli salva la vita. Ci salva la vita.Mons Angelo Sceppacerca18 settembre 2011