25 Dicembre - Natale del Signore | Commento al Vangelo

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25 Dicembre - Natale del Signore

Liturgia: Is 9,1-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14; Lc 2, 15-20; Gv 1, 1-1825 Dicembre - Natale del Signore Dalla storia di un piccolo popolo, Israele, in un territorio angusto e conteso, la Palestina, all’improvviso l’orizzonte dilata i confini e raggiunge gli estremi. Il nuovo popolo del Signore è universale, anche se viene dal seme della stirpe di Davide, e porta in sé il Messia che viene.

Di fronte all’umiltà nascosta di Maria e di Giuseppe, sta il potere universale dell’imperatore che decreta il censimento del mondo intero. Cesare non sa che Dio se ne serve per compiere i tempi della salvezza universale. Anche la nascita del Figlio di Dio avviene a Betlemme, in obbedienza alle profezie che la vogliono nella città di Davide.

Il grande evento è a servizio di quello piccolo, l’intera storia di Israele e quella di tutti i popoli della terra convergono verso la capanna di Betlemme, dinanzi a Maria e Giuseppe chini sul loro primogenito. Che cosa è accaduto di così grande per il mondo e per la storia? La risposta merita un po’ di attesa e di silenzio adorante.

Del censimento nessuno si ricorda; dalla Nascita del primogenito tutti siamo stati salvati e la storia ogni volta può riprendere fiducia e speranza. Su tutto si staglia la grandezza umile ed obbediente di Maria e Giuseppe, radicati nella consapevolezza che tutto è nelle mani del Padre.

Per mestiere e condizione di vita, i pastori sono povera gente strana e staccata. Rappresentano ogni povero. Eppure a Natale sono attraenti e significativi, quasi fossero figure simboliche. Vegliano nella notte per custodire il gregge. Celebrano una misteriosa attesa. Non vale dormire se c’è qualcosa e qualcuno da attendere. Gli angeli li spaventano, ma si lasciano avvolgere e illuminare dalla luce. L’annuncio è per loro: “vi è nato”, perché i poveri sono i veri destinatari dell’evento.

Oggi viene dato agli uomini di vivere sulla terra quello che è proprio del cielo. I pastori lodano e glorificano Dio come avviene nella liturgia celeste. Isaia aveva annunciato: “un bambino è nato per voi”. Anche ogni bambino che nasce è Emanuele, Dio con noi e per noi e finché nascerà un bambino, il cielo continuerà a parlare con la terra.Mons Angelo Sceppacerca25 dicembre 2011
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