Domenica 18 Novembre | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 18 Novembre

Liturgia: Dn 12, 1-3; Sal 15; Eb 10, 11-14.18; Mc 13, 24-32Domenica 18 Novembre Siamo davanti agli eventi finali. Riguardano noi e quelli dopo di noi. Ogni giorno è il penultimo rispetto alla venuta del Signore e la fine di tutto avviene nella vita e nella morte di ognuno. Se ogni giorno è vigilia, ci tocca vigilare ogni giorno.

Il sole, la luna e le stelle sono "segni" della presenza di Dio così come le nostre esperienze di fede, speranza e amore, lo sono della presenza del Signore nella Chiesa e in mezzo a noi. Se il Signore è presente, è possibile riconoscerlo e vederlo venire.

Si impara dalla parabola del fico perché tutta la realtà è una "parabola", del mistero della vita. Come un ramo tenero e le foglie che spuntano dicono l'estate vicina, così la venuta e la presenza di Gesù mostrano ormai prossimo l'ultimo tempo, perché lui è l'ultima parola della creazione e della storia. La sola cosa nuova è essere contemporanei di Gesù e la vera novità di vita è quella del vangelo. Niente può superare le parole del Signore; esse non passano perché sono sempre nuove, attuali.

La tribolazione della storia e quella del cosmo dicono l'oscurarsi delle luci del creato di fronte allo splendore del Figlio che viene in gloria e potenza. Lui è la luce che fa impallidire ogni altro preteso "lume" della nostra superbia e di molta cultura odierna. Nessun dubbio sull'esito finale della storia dei popoli.

Chi è chiamato alla salvezza, che è sempre dono, vive ogni giorno in modo pieno la propria elezione. Nell'amore e nel mistero insondabile di Dio, è eletto ogni uomo e ogni donna della terra. Tutto quello che Gesù dice, accade. Anche quando dice che nella luce della fede entrano tutti i figli di Dio.

Alla fine... verrà la fine, la pienezza, la luce, l'ultima compassione. Quell'ora non la conosce neanche il Figlio che condivide la nostra attesa e vigilanza. La storia è nelle mani di Dio. Anche la nostra. Non c'è spazio per l'angoscia, ma ogni ora è tempo di attesa e ogni opera è dentro il comandamento dell'amore perché anch'essa è attesa dell'incontro.

Cos'è la fine? "Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla" (Lao Tzu). "Amici, mi sento / un tino bollente / di mosto dopo / felice vendemmia: / in attesa del travaso. / Già potata è la vite / per nuova primavera" (padre Turoldo).Mons Angelo Sceppacerca18 novembre 2012
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