23 Dicembre - Quarta Domenica di Avvento | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

23 Dicembre - Quarta Domenica di Avvento

Liturgia: Mi 5, 1-4a; Sal 79; Eb 10, 5-10; Lc 1, 39-4523 Dicembre - Quarta Domenica di Avvento Dopo l'annuncio dell'angelo, Maria va a trovare e a servire la cugina incinta. Elisabetta la chiama "Madre del mio Signore" e Maria risponde con il cantico del Magnificat, un inno che affaccia sul suo cuore. Sentendosi unita a Maria, la Chiesa continua a cantare il Magnificat. La visita di Maria ad Elisabetta è la gioia dell'incontro, ostacolato e sospirato, tra lo sposo e la sposa: Elisabetta è gravida di attesa, Maria porta l'Atteso. Nel loro è l'abbraccio tra la promessa e il compimento. Maria va da Elisabetta "in fretta", mossa da gioia e premura perché porta l'impossibile di cui l'uomo ha bisogno. Elisabetta e Maria sono parenti; lo sono anche i bambini che portano in grembo: uomo e Dio sono della stessa carne. Noi siamo parenti di Dio.

Nei giorni in cui il libro più letto è quello di Papa Benedetto sull'infanzia di Gesù, tornano anche le sue parole a commento del vangelo di Luca che mostra quest'arca vivente, Maria, in viaggio verso la montagna per raggiungere in fretta la casa di Zaccaria e di Elisabetta.

"Mi sembra importante sottolineare l'espressione "in fretta": le cose di Dio meritano fretta, anzi le uniche cose del mondo che meritano fretta sono proprio quelle di Dio, che hanno la vera urgenza per la nostra vita. Allora Maria entra in questa casa di Zaccaria e di Elisabetta, ma non entra sola. Vi entra portando in grembo il figlio, che è Dio stesso fatto uomo. Certamente c'era attesa di lei e del suo aiuto in quella casa, ma questa attesa rimanda ad un'altra, più profonda. Zaccaria, Elisabetta e il piccolo Giovanni Battista sono, infatti, il simbolo di tutti i giusti di Israele, il cui cuore, ricco di speranza, attende la venuta del Messia salvatore. Ed è lo Spirito Santo ad aprire gli occhi di Elisabetta e a farle riconoscere in Maria la vera arca dell'alleanza, la Madre di Dio, che viene a visitarla".

"Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo", lo stesso termine per descrivere la danza del Re Davide davanti all'arca santa tornata finalmente in patria. Giovanni Battista nel grembo della madre danza davanti all'arca dell'Alleanza, come Davide; e riconosce Maria come la nuova arca dell'alleanza, davanti alla quale il cuore esulta di gioia. Davvero Maria è "causa nostrae laetitiae", l'arca nella quale realmente il Salvatore è presente tra di noi.Mons Angelo Sceppacerca23 dicembre 2012
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