Domenica 25 Agosto | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 25 Agosto

Liturgia: Is 66, 18b-21; Sal 116; Eb 12, 5-7.11-13; Lc 13, 22-30Domenica 25 Agosto La salvezza è una porta e c'è lotta per entrarci. Passa chi dice di averne bisogno, si sente peccatore e accetta il perdono di Dio; resta fuori chi si sente sicuro e appagato dei propri meriti. Gesù è la porta: larga per la misericordia e stretta per l'egoismo e la presunzione. Nessuno si salva con le proprie forze (in questo senso la porta è strettissima); tutti lo siamo per l'amore del Padre, che è infinito. La salvezza si riceve in dono, basta invocarla col cuore aperto. L'umiltà è l'altro nome della porta della salvezza. Il problema non è sul numero dei posti disponibili – ce n'è per ognuno – ma sul tempo per decidersi ad entrare, che è poco.

Il Signore è in viaggio verso Gerusalemme. Una direzione spirituale più che geografica: seguirlo è camminare verso la sua e nostra Pasqua. Probabilmente qui si mostra un altro significato del fatto che la porta della salvezza è stretta. La salvezza è stretta perché solo Gesù è la porta per accedervi. Significa che ci si salva solo in Lui e per Lui, ma anche che, dovunque arriva la salvezza, lì è il Signore Gesù.

Non conta la curiosità di sapere quanti si salvano. Conta lottare per entrare noi nel regno di Dio. Succederà il contrario di quello che si potrebbe pensare. Non quello che dicono i rabbini: "Tutto Israele parteciperà al mondo futuro" (Mishnà). Neppure quello che dicono altri: "Dio ha creato il mondo futuro per pochi" (IV Esdra). Non tutto Israele; non pochi; ma molti verranno da tutti i popoli.

La porta stretta è quella della fede, dell'umiltà, della preghiera umile e fiduciosa e del servizio agli altri. Lottare per entrare è lottare per aprire il cuore duro e orgoglioso, per essere umile, per pregare con perseveranza. Desiderare ardentemente la propria conversione, cercarla sinceramente. È sentirsi perduti e tuttavia sperare. "Stare nell'inferno senza disperare" (Silvano del Monte Athos). Anzi dire con San Paolo «Quando sono debole è allora che sono forte». Quando entro nella porta stretta della fede e dell'umiltà, trovo la porta larghissima della misericordia di Dio.Mons Angelo Sceppacerca25 agosto 2013
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