Commento al Vangelo
Domenica 22 Settembre
Liturgia: Am 8, 4-7; Sal 112; 1Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13Non è la parabola cheelogia i ladri, i disonesti, i furbi, ma per suggerire ilcoraggio di azzardare sveltezza, operosità, ingegnosità e ogni altra qualitàper diffondere il piano e il progetto di Dio, nella consapevolezza che il tempoa disposizione è poco.
Il padrone di tutto èDio e loda il discepolo che sa di dover rendere conto, che non si trascinanella vita, ma si sforza di mantenersi fedele fino alla fine, che perdona econdona tutto agli altri come lui per assicurarsi il bene della vita eterna. Ibeni e la stessa vita sono un dono da condividere e la chiamata al rendiconto èla morte. Lacoscienza della morte fa vivere il presente come conversione, facendo dipenderela vita non da quello che si ha, ma da quello che si dà. In paradiso abitano soloquelli ai quali è stato condonato.
La percentuale delcon-dono è diversa. La nostra va dal dieci al venti percento; quella del padre è totale. Se l’elemosina arricchisce dinanzi a Dio,l’ingiusta ricchezza si riscatta solo restituendola ai bisognosi affinché aloro volta ci accolgano con benevolenza e amicizia.
Non ci sono solo lericchezze materiali; quelle dello spirito hanno bisogno di maggiorcura. Chi è infedele nei primi finirà per esserlo anche nell’amministrare ibeni dello spirito. La ricchezza – “mammona” – è un tiranno spietato, rendeschiavi quelli che sono posseduti da quello che possiedono e perdono l’amiciziacon Dio che esige di essere amato con tutto il cuore, con tutta l’anima, contutta la forza e con tutta la mente. L’amore di Dio libera, quello per i benici fa schiavi.
Papa Francesco, inuna omelia a braccio, ha detto che ci sono tesori rischiosi, che seducono, mache dobbiamo lasciare (“io non ho mai visto uncamion da trasloco dietro un corteo funebre, mai”); ma c`è anche untesoro che nessuno può rapinare, che non è “quello che hai risparmiato per te”,ma “quello che hai dato agli altri”. Quello lo portiamo.
Il discorso è rivolto ai discepoli, alla comunitàcristiana. E’ la buona notizia di sapere che se le ricchezze possonoimprigionare il nostro cuore, possono anche essere usate fedelmente. Esserefedeli nel poco vuol dire che i beni sono poco rispetto al molto che è il regnodi Dio. Ogni persona ha qualcosa da dare, di quello che ha o di quello che è.Mons Angelo Sceppacerca22 settembre 2013