Domenica 13 Dicembre | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 13 Dicembre

Liturgia: Sof 3, 14-18; Is 12; Fil 4, 4-7; Lc 3, 10-18Domenica 13 DicembreIn quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

L’educazione e l’insegnamento iniziano con il suggerimento delle domande giuste da porsi: “Che dobbiamo fare?”. Questo è il compito del grande profeta Giovanni il Battista. L’angelo che ne aveva annunziato la nascita al vecchio Zaccaria, aveva detto di lui: “Ricondurrà il cuore dei padri verso i figli” e “Preparerà al Signore un popolo ben disposto”. Chiedersi cosa fare esprime il desiderio di trovare una via di conversione. Questo è anche il significato dell’Anno Santo della misericordia.

Folle, pubblicani-esattori, soldati. Nessun lavoro è cattivo, né impedisce la sequela di Gesù, purché venga fatto con umiltà e obbedendo alla legge di Dio. Ne fa parte anche la condivisione delle tuniche, quando se ne possiedono due. Ancora estremamente attuale, poi, è l’ammonimento a non utilizzare il proprio impiego per ottenere favori, a non farsi corrompere esigendo denaro. E ancora non siamo arrivati a Gesù; questa è solo la base della giustizia, è la preparazione all’incontro.

La sentenza che Gesù il Cristo emetterà sulla storia, dice Giovanni Battista, è una buona notizia. Perché il giudizio divino è indirizzato al rinnovamento e alla liberazione. Il Vangelo è questa opera potente della misericordia divina. Il battesimo di Giovanni è chiamata alla conversione, il battesimo di Gesù in Spirito santo e fuoco è dono di vita nuova e dell'adozione a figli di Dio! L'immagine del badile che ripulisce l’aia è annuncio di Pasqua e di liberazione dalla morte significati dalla paglia gettata nel fuoco.

Giovanni si rivolge a tutti. Non c’è protezione e garanzia dall’appartenenza ad una tradizione religiosa; il dono di Dio si accoglie con radicalità sincera e concreta, che veramente faccia nascere segni di conversione. Nessuno è escluso dalla salvezza, perché tutti abbiamo bisogno di essere salvati. Con Giovanni si fanno i primi passi, con Gesù la nostra vita nuova dovrà mostrare i segni/doni dell’essere figli di Dio.Mons Angelo Sceppacerca13 dicembre 2015
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