3 Aprile -Seconda di Pasqua | Commento al Vangelo

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3 Aprile -Seconda di Pasqua

Liturgia: At 5,12-16; Sal 117; Ap 1,9-11.12-13.17-19; Gv 20,19-313 Aprile -Seconda di PasquaLa sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

La pace viene dopo. Prima viene la presenza del Risorto, il suo stare in mezzo a noi. E’ lui la nostra pace. La paura degli apostoli, barricati nel cenacolo, nasceva proprio dall’assenza di Gesù; era questa la loro solitudine e il loro smarrimento. Già i profeti avevano intravisto il Messia come “principe della pace”. Anche lui lo dice: “Vi lascio la pace, la mia pace”. Persino nell’angoscia, dinanzi alla città di Gerusalemme, con le lacrime agli occhi, la rimprovera: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace!”.

La gioia di un incontro: “mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore”. I discepoli si lasciano convincere e aprono gli occhi pieni di paura e di pianto. L’incontro prosegue coinvolgendo nella missione: “come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Si guarisce dalla paura aprendo il cuore e gli occhi degli altri.

Pasqua è un giorno lungo fino a Pentecoste, dura finché c’è ancora timore, fame, violenza, paura della morte. Ci vuole lo Spirito Santo, la forza di Dio, che non solo è speranza di resurrezione, ma già esperienza. L’augurio della pace è ripetuto dal Risorto e accomuna la nostra missione alla sua per la stessa modalità, attraverso i segni della Passione. La missione dei discepoli ha a che fare con la presenza del Crocifisso, Signore della Pace! I discepoli per essere testimoni autentici del risorto devono mostrare loro stessi come persone risorte.Mons Angelo Sceppacerca3 aprile 2016
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