Domenica 10 giugno | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 10 giugno

Liturgia: Gn 3, 9-15; Sl 129; 2Cor 4, 13-5, 1; Mc 3, 20-35Domenica 10 giugno

20 Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
22 Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23 Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26 Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28 In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30 Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
31 Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32 Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33 Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34 Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Una folla si raduna attorno a Gesù che entra in una casa, mentre i suoi, preoccupati per l'impeto della gente che ha bisogno di lui, escono per andare a prenderlo, pensando di "salvarlo". Infine ci sono gli scribi che lo ritengono posseduto dai demoni. E Gesù deve risanare tutte e tre queste distorsioni, perdonando i nostri peccati, separando di nuovo il bene dal male, Dio e i demoni, e ristabilendo le giuste relazioni e appartenenze, ridisegnando i confini della familiarità.

Qual è il peccato contro lo Spirito? Perché è così grave da essere imperdonabile? È dire che Gesù è posseduto da un demone immondo, è l'ostinazione a non riconoscere l'evidenza dello Spirito nelle opere che Gesù compie, è come dire che la luce è buio. Dire che il bene è male è il peccato che conduce alla morte. Gesù parla agli scribi di Gerusalemme, gli esperti convinti di sapere e di essere giusti.

Gesù rivendica l'assoluta opposizione tra Dio e il male. Questa è per Gesù l'unica grande inimicizia, perché inganna i fratelli e li istiga l'uno contro l'altro. Il diavolo, l'unico nemico, è combattuto e vinto dalla presenza del Figlio che ne precipita il regno. Non è satana a scacciare satana dal cuore e dalla storia degli uomini. È il Figlio di Dio.

La folla che lo segue e lo circonda quasi a soffocarlo, non è allontanata, non c'è esclusione per nessuno di coloro che fanno la volontà del Padre mettendo Lui, Gesù, al centro di tutto perché su di lui, il Padre, ha riversato il suo Spirito. L'immagine finale è molto bella; è il riscatto di una folla che diventa la famiglia di Dio, la comunità nuova: "Ecco mia madre e i miei fratelli!". La folla seduta attorno a lui è un'icona bellissima della Chiesa. Ed è questa la famiglia che Gesù indica come sua di fronte a quella che lo cerca nel legame della famigliarità naturale.

Siamo di Dio. A partire dalla certezza che Dio ci ama si reggono le altre relazioni, guariscono le nostre solitudini e resistiamo alla tentazione di essere abbandonati.

Mons Angelo Sceppacerca10 giugno 2018
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