Commento al Vangelo
Domenica 26 agosto
Liturgia: Gs 24, 1-2.15-17.18; Sal 33; Ef 5, 21-32; Gv 6, 60-69In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».
Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Come i giudei, anche i discepoli reagiscono male alla rivelazione di Gesù sul pane della vita. Non ci credono. D'altra parte, ancora non hanno ricevuto lo Spirito Santo e ragionano ancora "terra terra", cosicché il discorso del Maestro appare loro assurdo e inaccettabile.
Loro non credono e Gesù non li lusinga; rincara la dose, prospettando fin d'ora l'evento finale della sua esistenza terrena, l'ascensione al cielo della sua natura umana, un corpo di carne che si comporta esattamente come una realtà spirituale: carne e spirito fusi in uno! Ci vuole assolutamente la fede per ricevere la rivelazione di Cristo e il suo corpo e il suo sangue nell'Eucaristia. Solo lo Spirito Santo può far salire l'uomo al livello divino delle parole del Cristo.
Cosa c'è di duro da comprendere nelle parole del Signore? L'insegnamento di una potenza raccolta nell'umiliazione del Verbo fatto carne. La Croce fa scandalo. Eppure per la nostra fede è proprio il Crocifisso la suprema rivelazione e manifestazione di Dio! Questo è anche il motivo che porterà Giuda a tradire e a consegnare il suo Signore. Giuda non sopporta la debolezza del Cristo. Il verbo usato per indicare questo "tradire" è attribuito sia a Dio che consegna il Figlio al sacrificio, sia al Figlio stesso che si consegna e consegna il suo Spirito.
I primi martiri della Chiesa di Roma sono dell'anno 64, ai tempi di Nerone. In molte parti del mondo ancor oggi i discepoli di Gesù subiscono persecuzioni. Anche noi facciamo fatica a testimoniare la nostra fede. Il cardinale Biffi diceva che il mondo è diviso fra quelli che credono di non credere e quelli che credono di credere. In ognuno c'è sempre una parte che non crede, ma c'è anche stupore e meraviglia. La fede è sempre dono del Padre.
Nonostante crisi e tradimento, la fede li attraversa perché si arrende davanti ai tanti segni della presenza di Dio. In fondo Simon Pietro, quando dice a Gesù "Signore, da chi andremo?", si rifà all'esperienza del giorno precedente, quando lo aveva visto dare da mangiare a cinquemila persone e, quella notte stessa, l'ha visto camminare sulle acque. Pietro ancora non capisce cosa vuol dire, ma si attacca alla persona di Gesù.
Mons Angelo Sceppacerca26 agosto 2018