Segnalazioni
La Quaresima nella missione in Angola
Carissimi/e,
ci prepariamo a vivere il tempo liturgico della Quaresima che ci porterà giorno dopo giorno, guidati dalla Parola di Dio e sostenuti dall’Eucarestia, alla grande festa della Pasqua.
Un cammino di speranza si apre, ancora una volta, nella nostra vita.
Nella liturgia della sesta domenica del Tempo Ordinario, San Paolo ha ricordato a noi tutti la radice della nostra speranza: “ se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede” (1 Cor. 15,17) e subito dopo scrive queste parole che dovremmo meditare attentamente, perché, possono veramente renderci uomini dai cuori malinconici: “Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini” (1 Cor 15,19).
Ecco: “se Cristo non è risorto…”, allora significa che abbiamo sbagliato tutto, che non abbiamo più motivo per continuare a stare in questi nostri paesi che giorno dopo giorno vedono una lenta e dolorosa agonia.
“Se Cristo non è risorto…”: che senso ha il continuare ad impegnarci perché la speranza rifiorisca anche nei nostri piccoli e abbandonati paesi?
“Se Cristo non è risorto…” allora è da intelligenti fuggire dove la vita terrena è più gratificante e vivere, per chi ne ha la possibilità, da gaudenti dimenticando chi soffre e piange. La vita la si vive una volta sola! Naturalmente tutto questo “se Cristo non è risorto…”.
Ma “Se Cristo è risorto”, beh, allora, è da persone sveglie, continuare ad impegnarsi perché l’uomo ritrovi la sua giusta dignità e perché a tutti siano garantiti i diritti fondamentali della vita e tutti si impegnino a vivere i propri doveri.
“Se Cristo è risorto” vale veramente continuare a stare in questa nostra società con cuore rinnovato, con la voglia di spendersi per gli altri, e continuare a “dire parole di speranza attraverso la quotidianità di una vita semplice, coinvolta giorno per giorno nei problemi della nostra gente e in quelli del Mondo”.
La speranza, nel nostro cammino, ha due occhi. Uno, che guarda la nostra terra, la nostra gente (sui progetti che stiamo realizzando sul nostro territorio vi informeremo al più presto) e l’altro che allarga lo sguardo sui Paesi lontani, come alla terra dell’Angola dove da anni Padre Francesco Sciullo, che per tanto tempo è stato parroco di san Pietro Avellana, testimonia con le parole e con i fatti che “Cristo è risorto”.
Nel tempo liturgico della Quaresima, questa Caritas triventina, vuole aiutare Padre Francesco nella costruzione di un centro polivalente con una sala per insegnare, soprattutto ai bambini, a leggere e scrivere.
Il progetto che verrà realizzato nel municipio di Muconda è stato chiamato: "TUNASSAKUILA" (lingua parlata dalla tribù ciokwe) il cui significato è: grazie comunitario, grazie di tutti.
Di seguito riportiamo alcuni brani della lettera di Padre Francesco:
“ …prima di ripartire per la mia missione, rispondo al tuo messaggio ringraziando prima di tutto la Divina Provvidenza che attraverso voi si rende visibile in questa terra di immense ricchezze che l'egoismo e le strutture create dagli uomini hanno messo nelle mani di pochissime famiglie.
I coloni portoghesi sono arrivati qui solo verso il 1920 e l'evangelizzazione ad opera di benedettini portoghesi, è iniziata solo nel 1950 e interrotta nel 1982 per cause belliche, sino al mio arrivo.
Come vedi dunque terra abbandonata e devastata sotto tanti punti di vista. La presenza della Chiesa è vista con molto interesse e simpatia. Devo dire che sto trovando molto accoglienza perchè tutti aspettano dalla Chiesa un aiuto concreto e non solo spirituale. Ma l'aiuto che intendo dare prima di tutto è di ordine spirituale. Formare le coscienze ed aprire i cuori ai valori del Vangelo. Quanto all'aspetto materiale, ho incominciato a coinvolgerli nel lavoro, nel pagamento della decima e, chi ha possibilità economiche, anche fra i grandi, con offerte in genere , secondo le possibilità.
Certo il ricavato è sempre minima cosa, ma è importante per incominciare a creare una mentalità partecipativa e rigettare un'assistenzialismo oramai fuori di tempo.
Come dicevo nella mia e-mail: non preoccuparti per la quantità. Fate solo quello che sta nelle vostre possibilità. So bene che anche voi non siete ricchi sfondati, ma il vostro possibile il Signore lo moltiplica per noi e molto di più per voi, per ciascuno di voi e delle vostre famiglie dell'intera diocesi.
Caro Don Alberto, salutami il Vescovo ed i sacerdoti della Diocesi di Trivento
Un abbraccio ed un buon lavoro per il Regno con la benedizione del Signore”.
Dopo tanti impegni per aiutare i più poveri e dimenticati, ora la nostra solidarietà si dirige verso l’Angola. Non importa quello che riusciremo a raccogliere, ciò che conta è esserci e testimoniare che “Cristo nostra speranza è risorto”; noi, come Dio, vogliamo stare dalla parte dell’uomo, dalla parte della vita.
Non possiamo arrenderci, se realmente vogliamo metterci alla sequela di Cristo Risorto ed adottare lo stile di Dio che intervenne nella storia del popolo d’Israele perché, disse: “ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido…”(Es. 3,7).
E fu la prima Pasqua, la festa della liberazione e della speranza.
Grazie a tutti.
TUNASSAKUILA
Sac. Alberto ContiAngola, 22 febbraio 2007