Riflessioni
Don Francesco Martino: il ricordo personale di Don Dario Moauro
Ricordare i propri predecessori è sempre arduo, anche perché la morte di Don Dario ha cambiato il corso e la storia della mia vita sacerdotale ed è stata un ulteriore segno di Dio relativamente alla mia storia, che mi ha portato a Poggio Sannita invece che a Roma a studiare Teologia Morale.
Ho conosciuto Don Dario negli ultimi anni di suo ministero, da giovane seminarista e quindi da prete parroco di Giuliopoli e di Roio del Sangro: è sempre stato affabile, disponibile e solare con me. Ricordo di questi anni la sua sincerità, la sua schiettezza, l’amabilità e soprattutto la preghiera.
Ricordo anche le sofferenze e le malattie che ne limitavano l’azione, ma anche e soprattutto il suo pregare con sincerità e disponibilità. Insieme a Padre Fulgenzio, compagno di molte occasioni, ritrovava serenità, sorriso e giovialità.
Lo ricordo ancora quando accoglieva me e Don Gigino Primiano, quando talvolta lo accompagnavo da seminarista, presso l’Asilo dove vi erano ancora le Suore, per incontrare i giovani: cordiale, affabile, disponibile.
Ricordo anche che nel 1992, insieme a Padre Fulgenzio, venne a Lourdes con l’Unitalsi come Cappellano, e ricordo con piacere le sua disponibilità alla conversazione sul treno bianco, in cui era possibile aprire il cuore e vedere come la sua profonda saggezza di vita riusciva a farti capire meglio il senso dell’esistenza. Ricordo la gioia con tutti noi, al ricevimento della medaglia di servizio in quell’anno, la disponibilità alle confessioni, e anche il suo stare allo scherzo, ma senza mai eccedere, con uno spirito di preghiera molto forte.
Sicuramente, il Don Dario che ho conosciuto io, non è il Don Dario giovane, ma il Don Dario maturato dalla vita, dalla preghiera, dalla sofferenza: il Don Dario nella difficoltà causata dalla malattia: ricordo ancora quando lo andai a trovare all’Ospedale di Isernia, e come si affidasse interamente al Signore: in quel periodo lo sostituii per un po’ a Poggio Sannita, e conobbi già questa Parrocchia.
L’ultimo mio incontro con lui risale ad inizio agosto 1998: davanti al Bar in Piazza. Stava veramente bene, parlammo intensamente, ed ero contento di vederlo ristabilito.
Poi, a settembre, la notizia della morte, che sconvolse noi tutti: i funerali, a cui partecipai. E quindi la successione.
Don Dario resterà nel mio cuore come un sacerdote che ha sempre cercato, pur in mezzo alle difficoltà quotidiane, di fare la volontà di Dio, e ha dovuto comunque offrire la sua sofferenza al Signore. Ancora oggi mi fa male nel profondo, quando sono costretto a sentire i soliti luoghi comuni, le solite barzellette e i soliti apprezzamenti sulla sua persona: se anche ha sbagliato, il Signore lo ha purificato e redento, e la Vergine lo ha condotto in Paradiso. Che lui possa oggi vegliare e proteggere, assieme a Don Domenico, il popolo e la città di Poggio Sannita.
Don Francesco Martino
di don Francesco MartinoPoggio Sannita (IS), 20 settembre 2008