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Tre anni fa l'arrivo a Trivento del Vescovo Mons. Scotti

Tre anni fa, il 18 dicembre 2008, mons. Scotti faceva ingresso solenne in Trivento e iniziava il suo ministero episcopale sulla antica e prestigiosa cattedrale di San Casto: per noi quella giornata fu tutto un momento indimenticabile e un motivo di gioia e di orgoglio. (LE FOTO)

Ora siamo grati al Signore perché mons. Scotti da tre anni serve, con passione e generosità, la Chiesa Triventina. Al Vescovo Domenico, fin dal primo giorno, sia i presbiteri che i fedeli prestano rispettosa e sincera collaborazione, avendone conosciute e apprezzate da subito le doti umane e spirituali, che unite ad una grande passione per le sfide della contemporanea modernità, costituiscono il suo bagaglio di grande esperienza nel governo della nostra chiesa locale e dal quale sono scaturite parole, progetti e azioni di notevole interesse per l'intera comunità diocesana

La Diocesi di Trivento ha sempre avuto una grande tradizione nell'impegno religioso, così come in quello civile, e mons. Scotti ha saputo proseguire con intelligenza su questa stessa strada che, prima di lui, hanno percorso gli eccellentissimi Vescovi suoi predecessori.

'Tutte quelle manifestazioni di affetto ed espressioni di entusiasmo, tributate a mons. Scotti nel giorno in cui faceva l’ingresso nella nostra amata e antichissima Diocesi, trovano oggi seguito e conferma nella beneaugurante preghiera che tutti i sacerdoti e i fedeli rivolgono per lui al Signore, quale segno di stima profonda per la sua persona particolare, dolce e affabile, per il pastore infaticabile, per il padre attento e rispettoso, per il maestro spirituale davvero illuminato.

Diciamo grazie al nostro Vescovo per tutto quanto ha fatto, in silenzio, per ognuno di noi e per quanto ha saputo fare per rinforzare in tutti noi la necessaria tensione verso i valori spirituali, morali e civili. Ma ancora di più gli siamo grati per tutte quelle volte in cui ha coraggiosamente alzato la sua voce a difesa della dignità dell'uomo e dei suoi diritti, del Bene Comune e delle nostre zone interne, emarginate e minacciate da tagli occupazionali, destinate ad essere eterne ruote di scorta, nell’abbandono e nella dimenticanza quasi totale da parte di coloro che decidono le sorti future del Molise.