NewsDue notizie positive sulla scuola, se …Da due mesi, mobilitando il territorio con l’assunzione di responsabilità della Caritas diocesana di Trivento e dell’Anci Molise, abbiamo cercato di opporci alla politica sulla scuola del ministro Gelmini e di mettere in piedi un gruppo di lavoro che ha elaborato un documento in cui il territorio, attraverso i suoi abitanti più impegnati ed attivi, esprime le proprie idee sul futuro del sistema dell’istruzione.Al momento in cui scriviamo il documento, pubblicato su questo sito e dalla rivista il Ponte, è stato sostenuto dalla firma di centoquarantasette cittadini ed è ancora possibile firmare on line o con una e-mail all’indirizzo umbbera@tin.it o con un SMS al numero 3383374827.Sarebbe auspicabile al riguardo una maggiore attenzione di quel mondo degli operatori scolastici e degli amministratori locali che dovrebbero essere i maggiori interessati al problema; il rafforzamento della scuola pubblica, infatti, ed il rifiuto della sua aziendalizzazione per la garanzia della libertà d’insegnamento e del più pieno diritto allo studio per tutti dovrebbe riguardare soprattutto i lavoratori del settore e le amministrazioni comunali quali garanti di un servizio fondamentale per i cittadini.Tra l’altro, come comitato, con una lettera di qualche giorno fa, abbiamo chiesto al riguardo un’audizione al presidente del Consiglio, al presidente della Giunta ed all’assessore alla cultura della regione Molise, intendendo mettere a disposizione dell’istituzione regionale, con umiltà e senza presunzioni, le idee elaborate per il futuro del sistema scolastico sul nostro territorio.Ora, e questa è la prima notizia positiva, la Corte Costituzionale, su ricorso di otto regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia), ha ricusato una parte della riforma Gelmini ed esattamente quella che riguarda il ridimensionamento della rete scolastica, perché la sua gestione, come le misure necessarie a ridurre i disagi causati dalla chiusura o accorpamento di scuole nei piccoli comuni, secondo l’art. 117 della Costituzione riscritto dalla riforma del 2001, sono di competenza delle regioni.Anche i sindacati continuano a contestare i pesanti tagli agli organici che a livello nazionale interesserebbero cinquantasettemila unità lavorative e nel Molise oltre quattrocento.Che ne sarà ora del regolamento sulla rete scolastica appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale?Dalle dichiarazioni di Vasco Errani si desume che tutto dovrebbe essere risolto in ulteriori incontri della Conferenza Stato-Regioni.Diventa allora urgente ed importante che anche nella nostra regione si costituiscano tavoli tecnici per dibattere il problema ed indicare le soluzioni più adeguate, perché pare di capire che si sposta la sede istituzionale di decisione, ma il dimensionamento della rete scolastica rimane all’orizzonte.L’altro annuncio di una certa consistenza è quello del ministro Gelmini che per il prossimo anno scolastico la scuola secondaria di primo grado avrà a disposizione in Italia sedicimila lavagne interattive multimediali e che altre ottomila saranno messe a disposizione della scuola primaria e secondaria entro due anni.L’operazione sarà coperta con risorse previste nella finanziaria 2007 del governo Prodi.L’augurio è che questa disponibilità di lavagne interattive multimediali possa portare le nuove tecnologie dell’informatica e della telematica in tutte le aule scolastiche e non solo nei laboratori, dove esse sostanzialmente hanno un utilizzo ridotto, accessorio e marginale.Portare le nuove tecnologie ad un uso didattico in ogni aula e magari anche come strumento di formazione a distanza soprattutto per il lavoro di recupero e sostegno sarebbe davvero utile per migliorare il sapere scolastico e per rivolgersi a quel mondo degli adulti che purtroppo in gran parte è ancora escluso dalla formazione permanente.Per il Molise tuttavia permane, nonostante le promesse dell’esecutivo regionale e di quello nazionale, una difficoltà enorme al riguardo: parte del nostro territorio, manco a dirlo soprattutto nelle aree interne, non è coperto dalla linea veloce Adsl e chi vuole deve appoggiarsi a sistemi wireless a pagamento di società locali.È un ostacolo che abbiamo già denunciato nel 2006, ma nulla al riguardo ha dato miglioramenti in certe realtà territoriali.Quando verremo fuori allora dal Medioevo e riusciremo ad avere agli stessi costi di tutti gli altri cittadini italiani i nuovi strumenti della comunicazione?Tutto questo avverrà solo nel momento in cui da cittadini attivi ed impegnati non chiederemo il dovuto aspettando, ma lo rivendicheremo come un diritto attraverso strumenti politici adeguati.Umberto BerardoTrivento (CB), 7 luglio 2009Condividi pagina