La bellezza di essere credenti | Diocesi di Trivento

Riflessioni

La bellezza di essere credenti

La bellezza di essere credenti"Un sasso gettato in mare fa crescere tutto il mare, anche se in modo impercettibile" (RUYARD KIPLING).

La bellezza e la gioia di essere credenti l’ho riconfermata allorquando, l’altro giorno, un signore mi ha confessato questa sua impressione: ho sentito alla televisione un certo signor Oddifredi parlava tanto contro la fede, l’esistenza di Dio ed ogni forma di spiritualità; il suo ragionamento però non mi ha convinto era quello di un uomo freddo, acido e senz’anima.

All’amico telespettatore deluso ho raccontato il seguente episodio storico. Si racconta che un famoso astronomo, il Kircher, soffriva e si dispiaceva perché uno dei suoi migliori amici, nonostante fosse molto buono, dubitava e metteva in discussione l’esistenza di Dio.

Finalmente, dopo tanto lavoro certosino, era riuscito a costruire un planetario, cioè un modellino perfettamente funzionante, che riproduceva il movimento degli astri e del sistema solare. Un bel giorno l’amico miscredente si recò a visitarlo e lui gli fece trovare in salotto il magnifico capolavoro riproducente il globo celeste. L' amico incredulo, appena entrato, restò colpito ed ammirato da quel magnifico esemplare, si avvicinò, lo esaminò attentamente e scrupolosamente e poi domandò al padrone di casa chi fosse stato il grande autore.
Allora l'astronomo gli rispose, "il planetario che voi vedete non è stato fatto da nessuno e non appartiene ad alcuno: non sono io né l’autore, né il proprietario; sicuramente si è fatto per caso e solo. Non pretendere da me che te ne possa spiegare la origine e la sua presenza".

L'amico all’inizio credeva che Kircher scherzasse, ma continuava a sostenere con forza e serietà convinta la casualità del planetario e replicava puntigliosamente ad ognuna delle obiezioni che l'incredulo gli poneva, fino al punto in cui questi, offeso, protestò di prendersela tanto a male da voler troncare la vecchia amicizia.
Finalmente, a questo punto dell’accesa discussione, Kircher scoppiò in una sonora risata e, con quel giusto pizzico di arguta malizia, gli disse: "Giustamente ritenete che sarebbe assurdo ammettere che il caso abbia portato qui questo piccolo globo: allora, se volete essere consequenziale, come dunque volete poi continuare a ritenere che il caso sia autore di questo grande ed ammirevole universo nel quale noi abitiamo?".
Il visitatore miscredente tacque non trovando nulla da obiettare ad una argomentazione così puntuale, decisiva e disarmante.

Ecco, noi abbiamo dismesso l’agricoltura, stiamo distruggendo la famiglia, ma la fede non la possiamo distruggere: l’animo dei piccoli dei semplici, degli innocenti la sapranno conservare e trasmettere con orgoglio e con coraggio.

Perché l’umanità non finisca sommersa nella vergogna del materialismo e dell’egoismo, il respiro della vita immortale deve restare sempre con noi, non possiamo noi diventare anime smarrite e sperdute sulla terra che camminano verso la notte paurosa della morte di Dio che alcuni vogliono annunciare e far avanzare nel mondo.

Grandi e utilissimi sono stati quei consigli delle nostre pie madri e gli esempi dei nostri laboriosi padri che si tramandavano e che si raccontavano nell’infanzia lontana, ma che ancora oggi ci accompagnano, c’insegnano e ci confortano.

Generazioni e generazioni, per secoli, hanno coltivato i nostri campi argillosi e da terre aride e grame li hanno saputo trasformare in floride distese e tutto questo grazie all’intreccio di azione e pensiero, bisogno e fatica, miseria e speranza. Perché dentro i nostri antenati non c’erano i tarli malefici di queste moderne e pasticciate voglie inneggianti al fluire dell’istante contingente

Voglio impegnarmi a ricercare tutto ciò che nobilita il mio animo e la mia vita, senza permettermi
affermazioni più o meno plausibili di trovare il paradiso terrestre dopo aver passato la vita sotto le gelide cascate di ingranaggi spingenti verso l’inferno dell’abbrutimento o il purgatorio di un passeggero benessere, tra il silenzio della coscienza e il delirio dell’assenza di ogni dignità.

Coltivazioni fattibili sono l’educazione alla fede e la crescita morale, anche se come capitani coraggiosi su insicuri bastimenti o zattere navali si deve restare sempre all’erta per non arenarsi o peggio ancora miseramente naufragare nelle sabbie mobili di in una mortificante avidità di beni materiali e dell’angoscioso digiuno di gioie spirituali, senza alcuna via di scampo.

Un missionario raccontava spesso che una volta in Africa un piccolo arabo gli ripetette tutto felice una bella frase del Libro Sacro che aveva imparato. Allora gli chiese: Scrivi sulla sabbia le parole che hai imparato, perché possa anch'io comprenderle meglio. Ma il ragazzino lo guardò quasi terrorizzato e gli disse: No! La parola di Dio si scrive nella mente e nel cuore, non si scrive per terra, il vento e la pioggia la cancellano!

Si dice che la speranza sia l’ultima a morire, aiutiamola a vivere e noi stessi, la società e anche tu potrai vivere. Se oggi hai fede nel Dio amore, se credi nell’Essere immortale, sii certo che un cieca incomprensione ti ostacolerà ad ogni passo, la diffidenza dei miscredenti gelerà ogni tuo slancio generoso, soffrirai la sorda intolleranza che nega o stravolge ogni tua parola sincera.

E nonostante tutto questo, con l’aiuto della grazia, riuscirai a vincere l’ingiustizia che ti farà soffrire, a testimoniare la carità che ti riscalda l’anima, a vivere la libertà alla quale tutti aneliamo. Con la fede, solo con la fede sincera vinceremo la superbia che ci rode l’anima, potremo sconvincere il vizio che ci morde le carni e debelleremo anche la miseria che ci prende alla gola.

Don Mimì Fazioli

di don Mimì FazioliTrivento (CB), 29 gennaio 2010

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