I doni della Diocesi di Trivento ad Assisi | Diocesi di Trivento

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I doni della Diocesi di Trivento ad Assisi

I doni della Diocesi di Trivento ad Assisi La Diocesi di Trivento ha portato in dono ad Assisi oggetti artistici in rame di artigianato locale: due anfore con piatto. Si tratta di manufatti pregevoli che vogliono esprimere, in un unico simbolo, le peculiarità della nostra Chiesa locale, con riferimento alla sua storia e al suo specifico artigianato.

La scelta del rame, innanzitutto, è dovuta al fatto che nella Diocesi, in più paesi, è stato il metallo più lavorato nei secoli e fonte di lavoro e di benessere per intere popolazioni. Fino all’avvento della plastica e dell’alluminio, il rame è stato usato moltissimo per le molteplici utensilerie, sia domestiche che agricole: tine, caldai, imbuti, mestoli, tegami di ogni misura, pentole e vari oggetti che furono adoperati nei lavori dei campi, come ad esempio i contenitori per irrigare le vigne (con il solfato di rame, volgarmente detto mistura o medicina).

La città di Agnone principalmente ha vissuto nei secoli passati una splendida stagione quanto alla lavorazione del rame. Sono attestate fino alla fine del XVIII secolo almeno cinque fonderie del rame, alcune di proprietà del principe Caracciolo di Santobuono gestite da diverse famiglie come gli Antonelli, i Cerimele, i Mercuri e altre fonderie di proprietà delle monache Clarisse. Molti ricordano il ticchettio dei ferri che battevano sul pezzo in lavorazione e che ha riempito per secoli l’aria di suoni e melodie ritmate.

Probabilmente la lavorazione del rame fu introdotta nel XII secolo dalla colonia veneziana che Landolfo Borrello si ebbe in dono dal Doge Pietro Oresolo II, per avergli dato sostegno militare.
La Diocesi di Trivento facendosi dunque espressione di una storia avita e gloriosa, ha portato ad Assisi due anfore, cesellate e modellate secondo uno stile sannitico, prendendo spunto da alcuni rari ritrovamenti archeologici.

La scelta dell’anfora è inoltre da considerarsi in riferimento alla missione che la Chiesa assolve nel tempo e nella storia, di servizio della Parola di Dio e dei Sacramenti.
La sera del Giovedì Santo, dopo aver cenato, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto (Gv 13, 3-5).

In questo gesto sono contenuti tutti i gesti della Chiesa e di una Chiesa locale, come è la nostra di Trivento: lavare i piedi agli altri è un gesto forte allora come oggi, incomprensibile per certi aspetti e talvolta inaccettabile, ma è la gioia più grande che Gesù insegna ai suoi amici: servire è chinarsi sulle ferite del mondo come il buon samaritano e significa trovare il senso vero della vita e la gioia piena.

Lavare i piedi è sporcarsi le mani con la polvere e gli odori cattivi: coinvolgersi con gli altri, con le molteplici storie e adoperarsi per lavare le incrostazioni che inevitabilmente si formano nel cammino della vita.
Essere Chiesa vuol dire essere sempre disponibili a lavare, a ridare pulizia e profumo, versando l’acqua viva che è Cristo. Qualora la Chiesa cessasse di mettersi in ginocchio, di cingersi la veste e lavare i piedi agli altri, non sarebbe più Chiesa.

Pur contenuta in un lembo di terra depauperato sempre più progressivamente della popolazione e del lavoro, dei servizi sociali e dello sviluppo, la nostra Diocesi di Trivento, da oltre un millennio, è sul territorio molisano per farsi carico delle gioie e dei dolori della gente, con l’amore di Dio e l’ascolto.

Ad Assisi, facendosi interprete di ogni cuore e di ogni mente, con questo piccolo segno, ha voluto chiedere a san Francesco che ci sia un tempo di rinascita per il nostro territorio con il lavoro, con la riscoperta dell’artigianato e nella profonda e significativa espressione del servizio e della vicendevole carità cristiana.don Paolo Del PapaAssisi (PG), 5 ottobre 2011

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