Spesso | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Spesso

Spesso Una farfalla, prima di essere tale e spiccare il volo con le sue belle ali variopinte, è un semplice bruco e deve fare i conti ogni giorno con l'umida terra. Bisogna staccarsi dall'umidità del fango se si vuol conoscere l'ebbrezza del cielo!

Le delusioni estive sono sempre alle porte e tu, che ce l'hai messa tutta, ti ritrovi a soffrire e a piangere, sei sempre punto e a capo.

Ma non scoraggiarti, non arrenderti facilmente. Se cammini per strada, evita di tenere la testa rivolta verso il basso, con gli occhi come impauriti guardando il pavimento. È vero che c'è chi guarda per terra per evitare di pestare o qualche sputaccio o qualche escremento di animale. Ma questo può essere semplicemente maniacale!

Io credo la nostra premura deve essere quella di guardare dritto davanti a sé, stando sempre molto attenti a dove si mettono i piedi, ma anche a incrociare serenamente lo sguardo degli altri, per sorridere ai passanti, per riconoscere un volto amico. Di solito, ci si limita a fissarsi l'un l'altro, si guarda una persona dalla testa ai piedi senza un minimo di discrezione, troppo concentrati a farsi opinioni sulla gente, che il più delle volte sono affrettate, parziali o addirittura errate.

La nostra mente sa creare una moltitudine di immagini, e non smette, non smette fino a che i nostri occhi non decidano di staccarla da essa. Pensiamo, pensiamo continuamente, senza darci un attimo di tregua. Il nostro cervello ribolle di ricordi, si diletta immergendosi in mille pensieri, senza mai frenarsi.

Come molti vorrebbero che il tempo si fermasse, almeno per un istante, io vorrei, invece, che fosse la mia mente a farlo. E, quante volte, mi chiedo se davvero esista un modo per non pensare più.
Può accadere veramente quando guardi il cielo di notte ed essa non ti fa paura. O quando ammiri gli alberi, le case, i prati intorno a te ricoperti del sottile velo bianco dei raggi della luna. Alcuni, al buio, non si sentono al sicuro, perché dentro di loro c'è sempre una flebile agitazione perché gli occhi del cuore sono limitati, non vedono, non possono svolgere il loro compito che è quello di osservare, accogliere, amare.

E io ho bisogno di vedere e il candido raggio di luna o il fioco brillare delle stelle creano dentro di me una sensazione di quiete e la mia mente allora smette di rincorrere sogni e di assemblare immagini del passato. È quello l'attimo giusto per capire ciò che davvero può calmarmi l'animo.

È anche quello il momento in cui puoi incontrare, parlare, confidarti con la Persona capace di cambiarti la vita, l'unica Persona in grado di alterare, profondamente, il modo in cui vedi la vita e di indirizzarti su un percorso esaltante e del tutto inaspettato.

È quello il momento giusto per pregare.don Mimì FazioliTrivento (CB), 12 luglio 2013

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