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Don Felice Fangio, parroco di Villa San Michele e di San Pietro Avellana, festeggia domenica 6 luglio il Cinquantesimo di Sacerdozio
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16).
Don Felice Fangio domenica 6 luglio 2014 celebrerà il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale e gli saremo vicini, insieme al nostro Vescovo Domenico e ai suoi due fratelli sacerdoti mons. Giovanni e don Mario, per dire un solenne ‘Grazie’ al Signore che ha illuminato il suo cammino e gli ha dato la giusta forza e il santo coraggio per affrontarlo degnamente!
In tutti questi anni Don Felice si è fatto “Servo per amore, sacerdote dell’umanità”, sacerdote unito anima e corpo ai suoi fedeli, sempre in mezzo al popolo, sempre si è speso senza riserve per il suo popolo…
Grazie al Signore che ha illuminato il suo cammino e gli ha dato la giusta forza e il santo coraggio per affrontarlo degnamente!
Grazie ai genitori Giustino e Giuseppina Tatangelo che hanno donato alla Chiesa tre bravissimi sacerdoti e grazie anche alle solerti Maria e Norina che, come devote e nascoste clarisse, assistono amorevolmente i fratelli, sacerdoti di Dio.
Per dire grazie a don Felice, senza nessuna enfasi o piaggeria, lo voglio fare con le stesse parole che, il giorno 16 giugno scorso, papa Francesco ha detto al Convegno ecclesiale di Roma e che descrivono bene l’ansia sacerdotale che ha animato don Felice in tutti questi lunghi anni del suo fecondo sacerdozio: “Io voglio tanto bene ai sacerdoti, perché fare il parroco non è facile. E’ più facile fare il vescovo che il parroco! Perché noi vescovi sempre abbiamo la possibilità di prendere le distanze, o nasconderci dietro il "Sua Eccellenza", e quello ci difende! Ma fare il parroco, quando ti bussano alla porta: "Padre, questo, padre qua e padre là…". Non è facile! Quando ti viene uno a dire i problemi della famiglia, o quel morto, o quando vengono a chiacchierare le cosiddette "ragazze della caritas" contro le cosiddette "ragazze delle catechesi"… Non è facile, fare il parroco! Ma voglio dire una cosa, l’ho detta un’altra volta: la Chiesa italiana è tanto forte grazie ai parroci! Questi parroci che - adesso avranno un altro sistema - dormivano col telefono sopra il comodino e si alzavano a qualsiasi ora per andare a trovare un ammalato… Nessuno moriva senza i Sacramenti… Vicini! Parroci vicini! E poi? Hanno lasciato questa memoria di evangelizzazione…”.
E’ questa la foto spiccicata di don Felice parroco in Villa San Michele e in San Pietro Avellana.
Ecco, in sintesi, gli incarichi pastorali: fin da subito fu nominato parroco di san Michele Arcangelo in contrada Villa San Michele il 2 ottobre 1964 e ne ha reso uno splendore quella chiesa parrocchiale; contemporaneamente ebbe l’incarico di insegnante di religione nelle scuole superiori di Castel di Sangro, servizio che ha espletato con grande scrupolo, vera professionalità e rara saggezza; è attualmente anche parroco dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in San Pietro Avellana e, per oltre un quinquennio, lo è stato anche di Vastogirardi centro. A più riprese è stato membro del Consiglio Presbiterale diocesano e vicario episcopale per la liturgia. Don Felice è anche un appassionato compositore di musica sacra (citiamo uno per tutti l’inno del Congresso eucaristico ‘Signor, tu sei il pane…’ cantato in tutte le chiese della Diocesi) e di arte, vedere per esempio il bellissimo arredamento pittorico realizzato nella chiesa in San Pietro Avellana o il decoro liturgico e artistico con il quale onora le altre chiese a lui affidate.
Egli è un esperto liturgista: quanti consigli preziosi ha elargito a tutti i parroci che a lui si sono rivolti nel ristrutturare adeguatamente i luoghi liturgici nelle chiese, secondo i dettami del Concilio Vaticano Secondo. E’ stato per oltre un ventennio redattore delle pagine dell’agenda liturgica e dell’annuario diocesano. I due Vescovi mons. Santucci prima e mons. Scotti poi lo hanno avuto come solerte e intelligente consulente liturgico e convisitatore durante le Visite pastorali fatte a tutte le Parrocchie della nostra Diocesi.
In parole molto semplici don Felice è colui che incoraggia gli altri nei loro punti di forza senza sminuirli mai per le loro debolezze, capace di dare forza agli altri, proprio perché lui è diventato forte nella fede, facendo penitenza e mortificando solo te stesso, senza mai umiliare gli altri, per i quali ha sempre riservato dolci attenzioni e grande rispetto e di ciò se ne trovano le tracce e i frutti un po’ dappertutto, ovunque egli ha esercitato il suo ministero.
Mi permetto di ricordare che don Felice fu ordinato sacerdote il primo luglio 1964, nella chiesa Cattedrale di Trivento, dall’arcivescovo di Lanciano-Ortona mons. Perantoni insieme a don Alessandro Porfirio, il parroco di Castropignano e Roccaspromonte, che appena qualche mese fa ci ha lasciato e ora il suo giubileo sacerdotale lo celebra in cielo, non più legato ai simboli e ai segni di questa vita terrena, ma godendo la fulgida visione diretta, nella gloria del Paradiso.
Auguri, Don Felice, per il fausto anniversario e che il Signore ti illumini e ti dia il giusto entusiasmo per percorrere il resto del tuo cammino a servizio degli altri, giudizioso e sereno come sempre, valido strumento d’amore nelle mani del Signore, affinché i fedeli delle tue due parrocchie si sentano fortunati del tuo amorevole servizio e prezioso contributo che, con la tua quotidiana presenza, dai a Dio e al prossimo.
Grazie, a nome del vescovo Domenico e dei tuoi cari confratelli, per tutto il tuo lungo ministero svolto con ardente passione e squisita sensibilità pastorale.
Ufficio comunicazioni sociali1 luglio 2014