È morto don Angelo Nicodemo‏ | Diocesi di Trivento

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È morto don Angelo Nicodemo‏

È morto don Angelo Nicodemo‏Stamani all’alba, nella sua casa di Trivento, è morto, nella sua casa don Angelo Nicodemo, parroco di Santa Maria delle Grazie in San Giovanni Lipioni (CH); egli aveva sessanta quattro anni ed era stato ordinato sacerdote dall’Arcivescovo mons. Enzio D’Antonio il 29 giugno del 1977. I funerali si celebreranno in Cattedrale a Trivento martedì 9 febbraio alle ore 14.30 e saranno presieduti dal Vescovo mons. Domenico Angelo Scotti che, facendosi interprete anche del sincero dolore che ha colpito il presbiterio diocesano, esprime il proprio sentito e commosso cordoglio al fratello Costantino, alla sorella Maria, ai nipoti e ai familiari tutti, che amorevolmente lo hanno assistito in questi ultimi mesi di sofferenza e di malattia, e ai parrocchiani di don Angelo.

“Ricorda la promessa fatta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza”. (Sal 118, 49)

Tutti costoro ora si sentono orfani, privi della sua fraterna vicinanza spirituale, ma grati per l’esempio di solidale fraternità, essendo stato egli per tutti uno stimolo prezioso ed efficace con il suo insegnamento di certezze di una fede non solo predicata, ma davvero vissuta.

Don Angelo, in questi trentotto anni di sacerdozio, e poco più, ha prestato il servizio di parroco in più di una parrocchia, ma sempre con grande dedizione e profondo zelo sacerdotale. Egli, infatti, è stato parroco: prima a Vastogirardi, comunità che aveva guidato con generosità e sacrificio per dodici anni, poi a Roio e Giuliopoli dove aveva profuso tutto il suo zelo per tre anni, ancora a Schiavi d’Abruzzo e a Taverna per dodici anni, parrocchie nelle quali, seguendo le orme del bravo monsignore Don Nicola Di Domenica, si era impegnato ad assicurare a tutti fedeli, compresi quelli delle numerose contrade, il servizio della preghiera, della Parola di Dio e dei Sacramenti, poi ancora per un triennio, a Fontesambuco di Agnone e a Castelverrino, ed infine a San Giovanni Lipioni, negli ultimi dodici anni. Inoltre don Angelo ha accompagnato gli alpini nei vari raduni regionali e nazionali, ha celebrato ogni anno per i forestali ed ha ricoperto, a lungo, anche l’incarico di responsabile diocesano dell’ufficio pastorale del tempo libero, dei pellegrinaggi e del turismo religioso, vista la sua grande passione di guida ai pellegrinaggi verso i più diversi Santuari.

Don Angelo aveva tanti pregi, ma soprattutto gli riconoscevamo la grande capacità, suo carisma più evidente ed eccezionale, di aver saputo rendere il ministero sacerdotale, a livello umano e confidenziale, molto credibile ed accettabile, essendo riuscito a plasmare la sua personalità umana in modo tale da renderla ponte e non ostacolo per gli altri nell'incontro con Gesù Cristo Redentore dell'uomo. Infatti, sull'esempio di Gesù che "sapeva quello che c'è in ogni uomo", il sacerdote don Angelo è stato in grado di stringere forti e durature amicizie, perché era ben capace di conoscere in profondità l'animo umano, di intuire difficoltà e problemi, di facilitare l'incontro e il dialogo, di ottenere fiducia e collaborazione, di esprimere giudizi sereni e oggettivi. Quanto bene comunicava col suo dolce sorriso, quanta facilità nell’avviare un discorso, un discorso sempre costruttivo, sul piano della vita cristiana, della vita spirituale! Una mitezza, una umiltà e una semplicità che erano in funzione del servizio che egli rendeva a Dio e al prossimo. La sua virtù si esprimeva in tanti modi, avvicinando tutti, confortandoli, soccorrendoli così come poteva, anche sul piano materiale. Ma era già un grande gesto di carità un’espressione di carità, la comunicazione di quel sorriso e di quella gioia che lo accompagnava sempre nel volto e nella parola. Don Angelo è stato davvero un grande amico di tutti e, con la sua umile vita, lascia a tutti noi un messaggio di solidale fraternità, un modello semplice e facile che vogliamo provare a seguire. Perché era bello avere don Angelo vicino: una persona che ti capiva, che c'era sempre, nei tuoi momenti migliori e peggiori... era bello sapere che potevi contare su di lui, che, comunque andava, ti appoggiava nelle tue scelte senza puntarti il dito contro...che ti difendeva e che ti voleva davvero bene. Persone così ce ne sono veramente poche! Come un ritornello a tutti ripeteva: “Non dobbiamo abbatterci al primo ostacolo che troviamo, dobbiamo avere la forza di reagire, dobbiamo camminare sempre a testa alta e... andare avanti”!

La fede cristiana nel Signore Risorto ci deve sostenere nei cari ricordi che don Angelo ci ha lasciato. La morte di un prete che ha dedicato la sua vita al Signore con la professione dei consigli evangelici, di un sacerdote che ha svolto il suo ministero apostolico con operosità e amore, divenendo testimone della bontà e della paternità di Dio, è un evento che deve farci superare le prospettive di questo mondo e trasformare il dolore e il dispiacere in testimonianza di fede di tutta la comunità, in momento di preghiera che è suffragio, ma che è anche ringraziamento, per i tanti doni che Dio ha voluto concederci a noi, suoi confratelli nel sacerdozio e nell’esperienza di vita fraterna, ai fedeli delle numerose parrocchie da lui assistite, agli amici e familiari, attraverso il dono della vita e del ministero di don Angelo. Ricordando le parole che l’evangelista san Giovanni mette in bocca a Gesù nell’orto del Getsemani, anche noi preghiamo così: L'anima mia è turbata e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre glorifica il tuo nome!”. (Gv 12, 27-28).

Il Signore che aveva chiamato don Angelo come operaio nella sua vigna, conservandolo quale servo fedele e buon cultore della sua messe, gli sia ora propizio e accolga don Angelo che da don Antonino è stato spiritualmente confortato e sostenuto quotidianamente. La Vergine Santa e nostri cari Santi Patroni martiri lo guidino e lo accompagnino tra i Santi e gli Angeli del cielo.Ufficio comunicazioni socialiTrivento, 8 febbraio 2016

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