Il Vescovo di Trivento celebra a San Lorenzo per Pio IX, venerdì 7 febbraio 2020 | Diocesi di Trivento

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Il Vescovo di Trivento celebra a San Lorenzo per Pio IX, venerdì 7 febbraio 2020

Il Vescovo di Trivento celebra a San Lorenzo per Pio IX, venerdì 7 febbraio 2020

Il ventennale di fondazione dell'Istituto di Studi Storici Beato Pio IX ha coinciso quest'anno con una solenne celebrazione, la più solenne di detto periodo, per impetrare la canonizzazione del Beato Pontefice Pio IX.

Il 7 di febbraio 2020 si è peraltro ricordato quando ancora in precedenza, il 13 maggio 1992, si celebrava sempre in San Lorenzo fuori le Mura il bicentenario di nascita del conte Giovanni Maria Mastai Ferretti. Quel giovane aristocratico marchigiano che rapidamente divenne prelato, arcivescovo di Spoleto, vescovo di Imola, cardinale e nel giugno 1846 eletto Sommo Pontefice con il titolo di Pio IX a soli 54 anni. Un arco di vita lungo e venerando ad 86 anni ed il più lungo pontificato della storia della Chiesa, per 32 anni. Superando lo stesso pontificato venticinquennale di San Pietro.

Toccante la sacra Liturgia solennizzata dal coro diretto da Don Luigi Ullucci, e dalla maestria d'organo dei laici salesiani di S. Maria Ausiliatrice. I momenti salienti della Celebrazione a cominciare dall'ingresso processionale seguendo poi tutti i passaggi della Santa Messa cantata, venivano solennizzati dai canti come dalle musiche liturgiche che abbracciavano tutto il repertorio sacro, dal gregoriano alle moderne composizioni di Marco Frisina.

Il colpo d'occhio rimane impresso nella sentita partecipazione dei sodali dell'Istituto accorsi da Spagna, Francia, Austria, Scozia Romania, Brasile e Senegal; nonché da molte regioni italiane del Nord, Centro e Sud, e dei devoti del Pontefice santo. Il rito tuttavia sobrio rendeva emozionante lo svolgersi della Santa Messa, presieduta da S.E. Mons. Claudio Palumbo Vescovo di Trivento, Diocesi del Molise, affiancato da numerosi concelebranti (Mons. Sandro Corradini Protonotario Apostolico, Prelato teologo em. della Congregazione per le Cause dei Santi; Mons. Vittorio Formenti Prelato d'Onore di Sua Santità, Officiale della Segreteria di Stato; Padre Armando Ambrosi Rettore della Basilica con la sua comunità cappuccina; Don Ettore Capra; Don Stefano Sivilla Clary; Don Renato Tarcísio de Moraes Rocha).

Il presule, non a caso uomo di profondi studi storici ed "appassionato" della figura e dell'opera di questo Papa, rendeva una toccante omelia che abbracciava tutta la spiritualità e biografia del Pontefice che abbiamo acclamato santo. Un Papa martire, che ebbe a subìre persecuzione, odio, insulti, minacce alla Sua pacifica dignità. Amava i suoi nemici, pregava per loro, così come dichiarò allo stesso Garibaldi dal quale subì l'aggressione del novembre 1867 ed allo stesso re Vittorio Emanuele II, dal quale subì l'aggressione del settembre 1870 e le successive spoliazioni della Chiesa in Roma ed in tutto lo Stato Romano.

Uomo di grandi vedute metapolitiche, per le quali concepiva un'assetto federale dell'Italia intera secondo il modello vagheggiato da Gioberti, da Rosmini e dallo stesso Cattaneo, che avrebbe ricalcato il processo unitario federale della Germania, dell'Austria-Ungheria, della Svizzera, del Belgio, della Gran Bretagna, e come tale in voga nell'Europa di metà Ottocento. Nel rispetto delle specifiche identità dei popoli che avrebbero perseguito vie pacifiche di convivenza e affratellamento, conservando le peculiari caratteristiche culturali e morali delle rispettive regioni di appartenenza. Altro che negatore dell'unità d'Italia! Altro che avversario del Risorgimento! Pio IX fu l'antesignano dell'unità d'Italia così come Egli la immaginava, non certo sotto forma delle successive invasioni e annessioni rispetto al Piemonte, contrassegnate da guerre fratricide, violenze, soprusi, spogliazioni e spargimento di sangue; e sradicamento delle specificità proprie delle diverse contrade d'Italia. Fu dunque sovrano di un principato civile prospero e pacifico che subì l'invasione del 1860, che privò lo Stato Pontificio dell'Italia Centrale senza dichiarazione di guerra; l'aggressione rivoluzionaria del 1867 di una masnada di forze irregolari garibaldine; e quella finale del 1870, pur essa senza dichiarazione di guerra ed in violazione della Convenzione stipulata tra il governo subalpino e la Francia. Nonostante il supporto di un esercito volontario costituito dagli zuavi provenienti da tutta Europa, dovette subìre la violenza di Porta Pia ed ordinare la resa ad una armata che per l'onore militare voleva battersi fino in fondo. Alla resa seguirono le spoliazioni, l'umiliazione dei soldati volontari, l'unilaterale "legge delle guarentigie" e la persecuzione della religione che si protrasse sino alla Conciliazione.

Seguirono otto lunghi anni di prigionia in Vaticano, alleviata tuttavia dai pellegrinaggi che a centinaia di migliaia convergevano su Roma provenienti da ogni parte d'Europa e dalle Americhe per tutto il restante pontificato, sino al 7 febbraio 1878, quando il pio transito lo colse sereno in Vaticano. Per legato testamentario volle essere sepolto in San Lorenzo fuori le Mura, accanto al protomartire romano Lorenzo e per giacere accanto ai suoi fedeli romani ivi sepolti in campo Verano.

Presenti autorità civili, accademiche, giudiziarie e militari con i discendenti Principessa Patrizia Torlonia, Conte Ferretti, e numerosi esponenti del patriziato e nobiltà romana.

Simona Cecilia Crociani Baglioni FarcasRoma, 14 febbraio 2020

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