3 Aprile - Veglia Pasquale | Commento al Vangelo

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3 Aprile - Veglia Pasquale

Liturgia: Lc 24,1-123 Aprile - Veglia PasqualeIl primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Protagoniste le donne, tenaci, coraggiose, intuitive sul fatto che non era tutto finito nel tremore di terra di quel venerdì. Il “genio femminile” di cui parla la Mulieris dignitatem si riferisce anche a questo intuito sulla resurrezione, a questo precedere gli stessi apostoli nella speranza della vita che vince la morte. L’Esortazione Apostolica dice di più: “Le donne sono le prime presso la tomba. Sono le prime a trovarla vuota. Sono le prime ad udire: «Non è qui. E risorto». Sono le prime a stringergli i piedi. Sono anche chiamate per prime ad annunciare questa verità agli apostoli. (…) Maria di Magdala è la prima ad incontrare il Cristo risorto. (…) Per questo essa venne anche chiamata «la apostola degli apostoli», Maria di Magdala fu la testimone oculare del Cristo risorto prima degli apostoli e, per tale ragione, fu anche la prima a rendergli testimonianza davanti agli apostoli. (MD 16).

Ultime a lasciare il Golgota bagnato di sangue, le donne sono anche prime a ricevere e a trasmettere l’annuncio della sua resurrezione. La missione evangelizzatrice della Chiesa, al suo albore, è tutta al femminile. Se c’è una precedenza ai piedi della croce e davanti al sepolcro vuoto, non è questione di genere, ma di misericordia. Maria di Magdala è la donna perdonata e perciò risorta.

Dopo aver unto e fasciato il corpo morto del Signore, rimaste presso il sepolcro quando già splendeva la luce del sabato, le donne ricevono la prima apparizione del risorto e ne danno l’annuncio ai discepoli. Come l’annuncio dell’incarnazione fu portato a Maria di Nazareth, così ora tocca a Maria Maddalena.

Anche Maria è tra le donne “mirofore” che si recano al sepolcro del Signore. Così crede e prega la liturgia bizantina. Queste donne portano olio profumato (myron) per ungere il corpo del Signore. “Myron”, nel Cantico dei Cantici, è anche un nome dello sposo. Gesù è figlio di Dio e sposo della Chiesa che lo invoca come suo “myron”. E Maria è “mirofora”, portatrice del figlio di Dio, sposo dei salvati.

E le donne sono “apostole degli Apostoli”, “eguali agli Apostoli” (isapóstolai); così le chiama ancora la tradizione orientale. Le “mirofore”, testimoni della morte e della sepoltura di Cristo, sono coloro che hanno cercato lo sposo assente e, dopo tre giorni, lo incontrano risorto, Emmanuele, eterno giovane. Prime a vederlo e a sentirlo, esse sono anche vere testimoni della tomba vuota e dell’annuncio di Pasqua, prima agli apostoli e, da questi, al mondo intero. Solo le donne non avevano tradito e abbandonato il Signore; anzi lo avevano accompagnato e servito dalla Galilea a Gerusalemme, fino a divenire sue familiari. Proprio il mattino di Pasqua, pur non avendo esse un vero posto nella struttura gerarchica e sacramentale, assumono un ruolo di primissimo piano perché è in virtù della loro fede che esse appartengono alla nuova famiglia di Dio, nata dalla Risurrezione. E’ così forte questa convinzione per la chiesa bizantina che la festa delle “mirofore” si protrae per un’intera settimana, “la Settimana delle mirofore evangeliste”. La Liturgia così le saluta: “Le donne di divina sapienza correvano con aromi, e ti cercarono con lacrime quasi tu fossi un mortale. Ma esultanti di gioia, ti adorarono Dio vivo, e te annunciarono ai discepoli tuoi, o Cristo”.

Angelo Sceppacerca

Mons Angelo Sceppacerca3 aprile 2010
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