Domenica 23 Gennaio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 23 Gennaio

Liturgia: Is 8, 23b-9, 3; Sal 26; 1Cor 1, 10-13.17; Mt 4, 12-23Domenica 23 Gennaio Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

E’ di Matteo il vangelo che ci accompagna in questo anno, con alcune caratteristiche tipiche: il frequente riferimento all’Antico Testamento (in questo caso ad un profeta), per spiegare il valore dei gesti e delle parole compiuti da Gesù. Compreso un semplice cambio di residenza: da Nazareth a Cafarnao. L’Antico Testamento è il “tesoro di sapienza” antica che parla di Cristo; i ricordi dei discepoli su Gesù nel Nuovo sono “un tesoro di sapienza nuova”. Matteo dice l’unità di questa duplice testimonianza su Gesù.

Il secondo tocco di Matteo, è l’uso di immagini simboliche capaci di riassumere intere sezioni della vita di Gesù, una specie di titolo sintetico sul tema centrale di tutta una parte di Vangelo. Così è l’immagine della luce che si accende nel buio e guida un popolo nel suo difficile cammino. Un’immagine che tornerà nelle prossime domeniche e che ricorda quanto accaduto al tempo dell’esodo dall’Egitto: il buio della notte nel deserto e la colonna di fuoco che guidava il popolo verso la giusta direzione. La luce nelle tenebre è quella delle beatitudini, che Giovanni ha annunciato, che i discepoli ricevono da Gesù, e che dovranno portare in tutto il mondo.

Due comandi del Signore: “convertitevi” e “seguitemi”. L’obbedienza al secondo è il modo migliore per eseguire il primo. Anche quello che si lascia dietro rende agevole il cammino dietro al Signore. L’opera di Gesù, inizia sulla riva del lago con i suoi primi quattro discepoli, poi si dilata verso le folle.

Gesù insegna, annuncia e guarisce: tre azioni distinte ma inscindibili, in Lui ma anche in chi le riceve. Gesù cammina, vede e chiama. Azioni che si illuminano reciprocamente, luce su luce. La chiamata dei discepoli è mostrata dalla predicazione e dalle guarigioni; e, viceversa, l’annuncio e le guarigioni sono un appello rivolto alle folle. E’ la nascita della Chiesa, comunità di malati guariti chiamati a seguire il Signore come pescatori di uomini.Mons Angelo Sceppacerca23 gennaio 2011
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