Domenica 21 Agosto | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 21 Agosto

Liturgia: Is 22, 19-23; Sal 137; Rm 11, 33-36; Mt 16, 13-20Domenica 21 Agosto Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò lamia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

La risposta di Pietro non è la deduzione di un discepolo che ha una maggiore e diretta conoscenza del Maestro. Nessun discepolo potrebbe arrivare a una dichiarazione simile. Nonostante i profeti e l’intera preparazione dell’antica alleanza sulla figura del Messia, tutto il popolo è disorientato di fronte a Gesù di Nazaret; quello che gli accade sotto gli occhi trascende ogni previsione. Persino Giovanni Battista, dalla prigione, manda i discepoli a chiedergli se è davvero Colui che deve venire.

La confessione di fede di Pietro è enorme perché dice che in Gesù – e solo in lui – c’è tutto Dio, tutta la verità, tutta la potenza. Significa anche, da parte nostra, che nessun altro è Signore e che ogni vita ha senso solo in rapporto a lui. Una realtà e una conoscenza non raggiungibili dall’uomo, ma possibili solo per dono di Dio e proprio a partire dal segreto dell’uomo-Gesù: è il Figlio di Dio! La Chiesa è fabbricata su questo segreto e anch'essa può apparire inadeguata al mistero che custodisce e al compito che Dio le affida. La beatitudine di Pietro è quella della Chiesa. Anche la Chiesa è puro dono di Dio. Per questo le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Il titolo dell’affresco del Perugino, Contestazione di Gesù Cristo Legislatore, è giustificato dal fatto che in secondo piano, sulla grande piazza lastricata, vi sono due scene di contestazione a Gesù Cristo: minaccia di lapidazione a destra e tentativo di arresto a sinistra. In primo piano invece è la consegna delle Chiavi: Gesù Cristo, rifiutato dall’antico Israele, fonda il nuovo Israele e lo affida a Pietro, nuovo Mosè e nuovo Aronne.

Cristo è in piedi, staccato dal gruppo; Pietro in ginocchio; in mezzo le chiavi: quella penzolante, scura, spicca sul marmo chiaro della piazza e rinvia l’occhio indietro fino al tempio, al centro di un ampio spazio inquadrato da due archi imperiali romani. Il solenne edificio ottagonale simboleggia soprattutto la Chiesa, edificata sulla roccia, cioè su Pietro, e perciò sempre solida e attuale. L’affresco è un commento al vangelo di questa domenica e si trova nel luogo stesso dove si elegge il papa, la Cappella Sistina.Mons Angelo Sceppacerca21 agosto 2011
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