Domenica 19 Febbraio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 19 Febbraio

Liturgia: Is 43, 18-19.21-22.24b-25; Sal 40; Mc 2, 1-12Domenica 19 Febbraio Il perdono è di Dio perché perdonare è creare di nuovo. Affermare di poter perdonare i peccati è come dire: io ho la forza di Dio stesso. Si capisce l’accusa di bestemmia rivolta a Gesù dagli scribi. Ma si capisce soprattutto il significato della guarigione del paralitico, a dimostrazione del potere di Gesù di perdonare – sulla terra! – i peccati. In Gesù è presente Dio in mezzo agli uomini. Come possono non meravigliarsi i presenti?

Quando Dio è presente, salva. Non solo riconosce il male, ma lo cura, ce ne libera. Veramente Gesù risana il malato e rende giusto il peccatore. Se la lebbra (domenica scorsa) distrugge il corpo, il peccato annienta l’interno dell’uomo, lo paralizza. Gesù ci guarisce dalla morte proprio perdonando il peccato e rimettendoci in piedi.

La legge è utile per distinguere il bene dal male, la vita dalla morte. Poi, però, ci vuole Dio che, in Gesù Cristo, giustifica e guarisce dalla morte. Se la legge è la diagnosi, il vangelo è la medicina. Il vangelo è questa buona notizia che Dio è più grande del nostro cuore perché ci abbraccia come ha fatto con il lebbroso; ci perdona – raddrizzandoci! – come ha perdonato il paralitico. La guarigione dalle malattie è il segno esterno della grazia che ci raggiunge fin nella profondità dell’anima.

Si tratta della vera immagine di Dio, perdono e misericordia, e della vera immagine di Gesù, il Figlio che rimette i peccati e salva l’uomo. Ma anche della vera immagine della Chiesa, la casa dalla porta aperta a tutti, tetto compreso, con dentro Gesù. Qualunque cosa impedisca di arrivare a lui va tolta. Per arrivare a Gesù occorre la fede. A volte il bisognoso di salvezza non ce l’ha ed è portato a Cristo dalla fede del credente.

Gesù chiama il paralitico "Figliolo". Gesù parla col cuore del Padre. I presenti lo capiscono, scandalizzandosi: "Perché costui parla così? Chi può … se non Dio solo?". Tutta la gente si raccoglie intorno a Lui. Tutta la povertà del mondo cerca tutto il bene che può venire dal Signore e dalla sua Parola. Perché colui che è malato di paralisi, è anche peccatore? Perché il peccato è la malattia di ogni uomo. Mons Angelo Sceppacerca19 febbraio 2012
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