Domenica 29 Settembre | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 29 Settembre

Liturgia: Am 6, 1°.4-7; Sal 145; 1Tm 6, 11-16; Lc 16, 19-31Domenica 29 Settembre La vita è un ponte gettato sull'abisso tra la perdizione e la salvezza. Lo si attraversa usando misericordia verso i bisognosi. La religione pura e senza macchie, dice la Lettera di Giacomo, è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo. Al contrario, l'ateo pratico è il ricco che fa di sé il centro di tutto e occupa il posto di Dio. Il povero è chi attende tutto da Dio. Lazzaro significa proprio questo: Dio aiuta. Davanti a Dio il povero ha un nome, si chiama Lazzaro, mentre non sappiamo chi sia il ricco.

Una parabola con scene come in un film. Le condizioni di Lazzaro e del ricco si capovolgono nella morte. Non ce ne voglia Totò, ma la morte non è una livella, una falce che pareggia l'erba. La morte separa, distingue e giudica: il ricco diventa un mendicante inascoltato, mentre il povero è portato accanto ad Abramo, in braccio a Dio. È la logica del Magnificat, è la legge delle beatitudini. Il Regno di Dio è il grande correttivo dell'immensa giustizia che c'è nel mondo. In terra è il povero che non ha nome per gli uomini, in Cielo è il ricco a non avere il nome.

strong>Non è una minaccia per terrorizzare quelli che sono privi di misericordia, ma perché l'imparino in vita. L'amore al prossimo e la misericordia si imparano se si crede alla parola di Dio. Solo questa parola, infatti, è capace di penetrare nel profondo dell'uomo e cambiarlo. Questo vangelo alla fine parla anche della Resurrezione, l'evento che cambierà ogni relazione. San Giovanni Crisostomo, commentando la Parabola del povero Lazzaro, dice: “Se abbiamo bisogno di una guida, quando passiamo da una città ad un'altra, quanto più l'anima che rompe i legami della carne e passa alla vita futura, avrà bisogno di qualcuno che le indichi la via”.

La parabola del figliol prodigo, quella dell'amministratore che condona i debiti, l'irriducibilità fra Dio e Mammona: non sono discorsi sui beni materiali, ma modelli di relazione: del figlio col Padre, dei fratelli fra di loro, dei figli col Figlio. In questa parabola Gesù è in Lazzaro: nelle sue piaghe, nell'uscita dal sepolcro, nella resurrezione. La parabola invoca un inviato; Gesù è il nuovo Lazzaro.Mons Angelo Sceppacerca29 settembre 2013
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