1 Gennaio - Madre di Dio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

1 Gennaio - Madre di Dio

Liturgia: Nm 6, 22-27; Sal 66; Gal 4, 4-7; Lc 2, 16-211 Gennaio -  Madre di Dio Le parole più povere per contenere il mistero più grande: i pastori andarono e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Grande è anche la povertà dei pastori ed emarginata la loro vita, simbolo dell’attesa del Messia nella “notte” della storia. Povero il segno: un bambino adagiato in una mangiatoia. Per Maria è segno della potente misericordia di Dio. Il bambino è “adagiato”, la stessa parola per indicare la sepoltura del Signore!

Nella giornata mondiale della pace
, dinanzi a noi il volto di Maria. Il Signore ci conceda la pace per intercessione della Madre di Dio, con le parole di quella che forse è la più antica preghiera mariana: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”. Alla sua protezione affidiamo tutte le vittime della violenza e dell’odio, specialmente i cristiani vessati, sradicati, perseguitati e uccisi.

Non abbiamo molte informazioni su Maria
, madre di Gesù e madre nostra. Ma il poco che dice il vangelo è ricco di significato. Maria è presente ai tre eventi di salvezza che celebriamo con le più grandi solennità: a Natale, a Pasqua, a Pentecoste.

Maria è presente a Natale
, all’inizio della salvezza, in atteggiamento di adorazione silenziosa e contemplativa davanti al Figlio, che è l’Emmanuele Dio con noi. “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”. Meditava la povertà della stalla, la visita dei pastori mandati da un angelo, il canto delle schiere celesti degli angeli (e forse anche la presenza del bue e dell’asino, simboli, rispettivamente, del popolo di Israele e dei popoli pagani). Meditava soprattutto il mistero del suo figlio, Dio fatto uomo ed era consapevole della sua divina maternità. Quel bambino piccolo, debole e bisognoso di tutto era il suo Dio ed era suo figlio! L’infinita tenerezza della maternità di Maria è un riflesso della paternità di Dio.

Le nostre comunità e le nostre famiglie
sono partecipi della maternità di Maria nella misura in cui sanno educare alla fede, sono capaci di evangelizzare le nuove generazioni e i non credenti adulti, offrono una solida iniziazione cristiana. Così Maria vuole i suoi figli.

In quanto madre di Dio, Maria è costantemente rivolta al Figlio con lo sguardo, il pensiero, il cuore e tutta se stessa. Ha contemplato Gesù fin dalla sua nascita in costante atteggiamento di stupore e di adorazione. Lo suggerisce anche il Vangelo: Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. Conosco una famiglia monastica, i Fratelli e Sorelle di Betlemme e dell’Assunzione della Vergine. Il nome è un programma di vita: rivivere l’atteggiamento di meraviglia, lode, adorazione, dedizione di Maria per la persona divina del suo figlio dal primo momento della nascita fino al compimento definitivo, quando con l’Assunzione al cielo è entrata per sempre nell’intimità trinitaria delle persone divine. I membri di questa famiglia monastica di vita contemplativa, austera e gioiosa, prendono l’impegno solenne di tendere alla preghiera continua, cioè al rapporto consapevole con Gesù Cristo, qualunque cosa facciano. Maria, in fondo, porta a Cristo, per questo costituisce una dimensione essenziale della vita cristiana.Mons Angelo Sceppacerca1 gennaio 2015
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