Domenica 3 Gennaio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 3 Gennaio

Liturgia: SIR 24, 1-4.12-16; Sal 147; Ef 1, 3-6.15-18; Gv 1, 1-18Domenica 3 GennaioIn principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.

Siamo alla fonte di ogni cosa, come alla prima delle parole sacre della Bibbia; questo vangelo ci porta in Dio stesso, principio di tutto e di ciascuno di noi messo nella condizione di essere veramente suo figlio. La vita in Dio – dove il Verbo è tutto rivolto al Padre – è anche la sostanza della nostra vita: veniamo da Lui, di Lui viviamo e a Lui torniamo. Anche tutta la creazione ha nella Parola la propria origine perché tutto è stato fatto per mezzo della Parola. Questa Parola, per noi uomini, è più che per le altre creature: è vita, è luce, ci fa essere e ci fa coscienti di essere, consapevoli del destino di partecipazione alla vita stessa di Dio.

Fin dal principio è lotta fra la luce che splende e le tenebre che la rifiutano; queste, però, non “l’hanno vinta”. E’ il dramma della storia, ma anche la certezza dell’esito dell’assoluta inferiorità delle tenebre di fronte alla luce. La venuta di Giovanni è vero evento divino. Giovanni, la sua persona e la sua missione, sono eventi divini perché portano e mostrano la testimonianza non attraverso una manifestazione di potenza ma, al contrario, nel segno della piccolezza dinanzi a Gesù, il Messia Salvatore. Proprio il non-essere di Giovanni è il segno prezioso della sua testimonianza.

La luce è quella vera perché non nascosta e ormai mostrata a noi, per noi. E’ la prova della fedeltà di Dio alla sua promessa. La luce è vera perché illumina ogni uomo; non c’è oscurità che non viene rischiarata dal dono che è questa luce. Il mondo che gli si oppone dice la struttura della creazione in esilio da Dio e la sua prigionia nel male che dà la morte. A chi accoglie la luce del Verbo è data la grazia di diventare figli di Dio. Non lo si diventa per merito dei “sangui” dei sacrifici degli animali, ma solo per la volontà di Dio.

Il Verbo si fece carne, quasi annullandosi nella carne della condizione umana, anche la più piccola e ferita. Il verbo di Dio si vela nella povertà dell'uomo. Eppure quella carne, l’umanità di Gesù, è la massima rivelazione sia di Dio sia dell’uomo secondo Dio. Capace perfino di mostrarci la gloria che non era possibile vedere. Questa gloria ora si è fatta visibile nella sua suprema manifestazione, il Crocifisso. E’ per mezzo di Gesù Cristo che si sono rese presenti e pienamente manifestate la misericordia e l’amore di Dio.Mons Angelo Sceppacerca3 gennaio 2016
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