Domenica 24 Gennaio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 24 Gennaio

Liturgia: Ne 8, 2-4.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor 12, 12-20; Lc 1, 1-4; 4, 14-21Domenica 24 GennaioPoiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Gesù entra quattro volte in una sinagoga, ci dice il vangelo di Luca; ogni volta subisce ostilità. In quella ricordata oggi, addirittura rischia di essere ammazzato. Perché? Dopo aver descritto i fatti che altri hanno già narrato e dopo le tentazioni del deserto, Luca presenta Gesù che “Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode”, ma non a Nazaret, borgo di gente nazionalista e violenta contro i dominatori romani. Gesù vi entra e riceve il rotolo del profeta Isaia, ma non legge il testo previsto per quel giorno, invece cerca il passo della proclamazione del Messia-Cristo, l’unto investito della potenza di Dio che lo manda a portare la bella notizia della fine della povertà per i poveri, della liberazione per i prigionieri e della vista ai ciechi. Le Liberazione e vista vanno insieme perché le prigioni erano sotto terra e i carcerati, stavano completamente al buio: restituire la vista significa liberare i prigionieri. Ecco la buona notizia per i poveri, l’anno di grazia del giubileo.

Dopo la lettura, Gesù “Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette”. Prende la posizione del maestro che insegna, mentre tutti gli occhi sono fissi su di lui, e annuncia: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. Occhi fissi su Gesù e che non vedono chi veramente è; orecchie che ascoltano il messaggio e non lo capiscono. Oggi il vangelo termina così; domenica prossima, continuerà con la rivolta di tutta la sinagoga che vorrebbe assassinarlo.

Gesù è nella sinagoga della sua infanzia, Nazaret e il brano di Isaia, che trova e legge, risalta il rapporto tra il Messia e i poveri, i prigionieri, i ciechi e gli oppressi. Anch’egli è un Messia povero per le condizioni della nascita, il legame ad un popolo di gente semplice, accomunato alle condizioni di ogni uomo. L’anno di grazia è il dono della misericordia di Dio per tutti. Questo miracolo si rinnova ogni giorno all'ascolto della Parola. Le parole antiche si avverano sulle labbra di Gesù. Ogni volta che la Parola viene letta e ascoltata, è Lui che la proclama nei cuori di chi ascolta. È di Lui che la Scrittura parla.Mons Angelo Sceppacerca24 gennaio 2016
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