Domenica 4 febbraio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 4 febbraio

Liturgia: Gb 7, 1-4.6-7; Sal 146; 1Cor 9, 16-19.22-23; Mc 1, 29-39Domenica 4 febbraio

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

In riva al mare, dentro una sinagoga, in una casa: ogni posto è buono per incontrare Gesù e sentirne la chiamata. E ogni momento può essere l’ora giusta. In questo vangelo è il sabato che inizia nella sinagoga e termina a casa di Simone e Andrea. Ogni luogo è adatto per l'incontro con Dio.

Dopo essere stato nella sinagoga, dove ha cacciato via uno spirito che opprimeva, Gesù entra nella casa di Pietro e si prende cura di un bisogno. Gli parlano della suocera a letto con la febbre e lui la guarisce. Gesù la rialza: è lo stesso verbo per dire la risurrezione. E la febbre la lasciò come se ne andranno via i demoni dagli indemoniati. La guarigione della suocera di Pietro sembra un miracolo insignificante, se messo a confronto con le resurrezioni, le guarigioni strepitose, i demoni che fuggono, la moltiplicazione dei pani… Invece Marco la mette come il primo miracolo, a interpretazione di quelli che seguiranno. Una volta guarita, ella li serviva. Dalla schiavitù del male alla libertà del servizio, come fu con l'esodo dall'Egitto. E il servizio è lo stile di ogni discepolo, sul modello di Gesù che si è definito come colui “venuto per servire”, non solo della sequela femminile.

La sinagoga e la casa di Pietro sono stati luoghi di lotta col male e di vittoria della parola di Gesù. Anche la casa è luogo sacro, dove la Parola può portar frutti ogni giorno se è il Signore a visitarla e abitarla, in mezzo ai cristiani suoi discepoli. Anche l’abitazione dell'uomo è luogo di lotta e di vittoria, di malattia e di ostacolo, di cura e di servizio misericordioso.

Sono molti i malati e gli indemoniati che vengono portati al Signore. Ma davanti a quella porta si era radunata tutta la città. Tutti hanno bisogno di essere salvati, liberati, guariti. Per la salvezza, la guarigione, la liberazione, bisogna passare per la porta che è Gesù. C'è gente davanti alla nostra porta? Anche noi siamo cercati? Da chi? Per che cosa?

Alla fine della sua prima giornata messianica, Gesù si ritira in preghiera, mentre è ancora notte. Lo farà sempre e altrettanto inviterà a fare, cercando un continuo dialogo con Dio. La preghiera non è uno strumento per ottenere qualcosa; è il modo per stare alla presenza di Dio.

Mons Angelo Sceppacerca4 febbraio 2018
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