Domenica 20 gennaio | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 20 gennaio

Liturgia: Is 62, 1-5; Sal 95; 1Cor 12, 4-11; Gv 2, 1-11Domenica 20 gennaio

In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le anfore»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Dietro il segno del pranzo solenne della festa c'è il cantico dell'amore: “Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa, … bevo il mio vino e il mio latte. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d'amore”.

I momenti più belli, così crediamo, sono quelli all'inizio: il giorno più bello di un matrimonio quello delle nozze; poi vengono le preoccupazioni, le delusioni e a volte è persino difficile resistere. Anche a Cana il vino dell'inizio finisce e la festa sta per essere compromessa. Gesù interviene con un segno, anzi l'inizio dei segni, e annuncia un vino nuovo, oltre ogni speranza. Cana dice l'intenzione di Dio per l'uomo: l'amore. Gesù rimanda alla sua ora, quando farà la trasformazione più radicale, versando il suo sangue come vino delle nozze. Gesù giungerà all'estremo dell'amore accettando l'estrema violenza di quella morte, trasformandola in un amore fedele e definitivo tra gli uomini e Dio.

Attraverso l'enigmatico rifiuto alla madre, Gesù sembra voler dire che soltanto nell'ora della Croce darà una risposta. Maria accetta e rivolge ai servi l'invito ad ubbidire a Gesù. Lui, però, anticipa il segno della croce: trasforma l'acqua in vino sovrabbondante.

La nostra mancanza di tutto riceve risposta da Dio in Gesù e supera ogni attesa: il vino è sovrabbondante (600 litri di qualità eccellente, molto superiore a quello di prima) e ogni giorno a disposizione; se ne potrà attingere sempre, perché la festa, la gioia e la speranza si versano in grembo ogni volta che si fa ciò che lui ci dice.

«Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Sono le ultime parole di Maria riportate nei Vangeli. Il suo commiato: ascoltate le parole di Gesù e vivetele insieme. Le pronuncia colei che è la parola di Gesù perfettamente vissuta. Immagine splendida anche per la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio). Gesù rimane l'unico tesoro al quale tutti i cristiani, pur ancora divisi tra loro, attaccano il proprio cuore.

Mons Angelo Sceppacerca20 gennaio 2019
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