Domenica 9 agosto | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 9 agosto

Liturgia: 1Re 19, 9.11-13; Sal 84; Rm 9, 1-5; Mt 14, 22-33Domenica 9 agosto

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Dopo il segno miracoloso dei cinque pani condivisi in moltitudine, il Vangelo di oggi mostra un altro eccesso, un miracolo apparentemente inutile: Gesù cammina sulle acque mentre i discepoli faticano nella traversata, sembrano portarne tutta la fatica. Allora ci vuole una lettura simbolica per trovare i due volti della fede: dopo la fede come dono viene la fede come responsabilità.

I discepoli non sono impressionati dal duro sforzo necessario alla navigazione; quello che li colpisce è la venuta inaspettata di Gesù. Lo vedono venire, camminando sull'acqua agitata! Non gli viene in memoria la potente immagine del popolo di Dio che attraversa il mare uscendo dall'Egitto. Il segno di questo Vangelo descrive la vita come una strada sulle acque del battesimo per passare dal peccato e dalla morte alla nuova terra che è la Casa del Padre. Gesù non è un fantasma, ma lui stesso è la via sul mare che porta la salvezza.

Pietro chiede di poterlo fare anche lui. Gesù accetta la richiesta e Pietro gli va incontro camminando sulle acque. Poi, però, "vedendo il vento s'impaurì". Grida al Signore di salvarlo e riceve il doppio rimprovero di Gesù: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". È la fine della notte, quando il gallo canta. Anche alla fine del Vangelo di Matteo torna il dubbio dei discepoli dinanzi al risorto: lo adorano, ma dubitano. Forse il dubbio è inevitabilmente interno alla fede; certamente la fede è sempre miracolo e dono.

Precedentemente era stato Gesù il primo ad andar solo sulla barca; questa volta il mandarli soli è una sua imitazione. Anche nella nostra vita è necessario, in certi tratti, andare soli. C'era la folla, ma viene mandata via. Il discepolo è in un tratto decisivo della vicenda della propria fede. A tu per tu. Per questo grida: "Signore, salvami". La mano data da Gesù a Pietro per sostenerlo sembra diventare un abbraccio.

Con la fede si può persino camminare sulle acque, ma basta la paura del vento a farci affondare, perché si perde di vista il Signore. La fede è sempre fragile. Anche quasi nell'ultima riga (28,17), il vangelo di Matteo dice che alcuni discepoli dubitavano". Resta, però, la possibilità di gridare a Lui. Resta il grido, radice della fede: Signore, salvami!". Anche il vangelo di Marco, raccontando lo stesso episodio, dice che i discepoli erano sgomenti e meravigliati perché non avevano capito il fatto dei pani". C'è dunque un legame tra il miracolo dei pani e questa traversata nella notte. Il pane eucaristico è molto di più che camminare sulle acque e placare una tempesta.

C'è una scena nel Vangelo che anticipa in maniera straordinaria il silenzio del Sabato santo e appare quindi ancora una volta come il ritratto del nostro momento storico. Cristo dorme in una barca che, sbattuta dalla tempesta, sta per affondare. Il profeta Elia aveva una volta irriso i preti di Baal, ... esortandoli a gridare più forte, caso mai il loro dio stesse a dormire. Ma Dio non dorme realmente? Dio sta a dormire mentre le sue cose stanno per affondare, non è questa l'esperienza della nostra vita? La Chiesa, la fede, non assomigliano a una piccola barca che sta per affondare, che lotta inutilmente contro le onde e il vento, mentre Dio è assente? Quando la tempesta sarà passata, ci accorgeremo di quanto la nostra poca fede fosse carica di stoltezza. E tuttavia, o Signore, non possiamo fare a meno di scuotere te, Dio che stai in silenzio e dormi, e gridarti: svegliati, non vedi che affondiamo? Destati, non lasciar durare in eterno l'oscurità del Sabato santo, lascia cadere un raggio di Pasqua anche sui nostri giorni. Signore, dacci il tuo aiuto, perché senza di te affonderemo. Amen. (J. Ratzinger, Meditazioni sul Sabato Santo).

Mons Angelo Sceppacerca9 agosto 2020
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