16 maggio - Ascensione del Signore | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

16 maggio - Ascensione del Signore

Liturgia: At 1, 1-11; Sal 46; Ef 4, 1-13; Mc 16, 15-2016 maggio - Ascensione del Signore

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Quello di oggi è l'epilogo del Vangelo di Marco, gli ultimi versetti. Anzi, prima del Concilio di Trento, che l'ha incluso nel Canone dei libri della bibbia, questo brano era… fuori dal vangelo di Marco. Ad ogni modo, dopo il silenzio e la fuga delle donne spaventate dinanzi al sepolcro vuoto, questa appendice racconta le apparizioni del Risorto, il mandato missionario e l'inizio della missione della Chiesa. Con la resurrezione, il mistero di Cristo è pienamente risolto e svelato. Quello che inizia, da qui in avanti, è il mistero del cristiano, nell'attesa della trasfigurazione finale riservata ai discepoli che seguono Gesù fino in fondo, che ne sono apostoli e annunciatori, fino ai confini della terra. Si chiude il Vangelo e si apre la pagina della storia della Chiesa.

Con l'Ascensione, ci ricordava l'evangelista Luca nella prima lettura dal libro degli Atti, Gesù si è nascosto, si è reso invisibile: "Fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi" (At 1, 9); e tuttavia non si è allontanato; rimane sempre con noi, come egli stesso ha solennemente promesso: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20).

A Gerusalemme con l'ascensione si conclude la vicenda personale di Gesù; da Gerusalemme comincia il cammino della Chiesa. Il tempo della Chiesa è terzo dopo quello dell'attesa e delle promesse e quello dell'attuazione del Regno di Dio in Gesù. Quello della Chiesa è tempo di evangelizzazione: una forte tensione missionaria attraversa tutto il libro degli Atti, nella consapevolezza che Gesù è l'unico salvatore di tutti gli uomini. Perciò la missione evangelizzatrice è universale e il libro degli Atti mostra la salvezza correre per le vie dell'impero romano da Gerusalemme a Roma e quindi in tutto il mondo.

L'ascensione e l'invio degli apostoli sono due momenti inseparabili. Tra gli undici (Giuda non c'è più perché ha scelto un'altra strada) e tutti coloro che nel tempo riceveranno l'annuncio di Cristo, si trovano i successori degli apostoli e la Chiesa intera. Ad ognuno, Gesù si fa vicino, compagno di viaggio e forza interiore. I cristiani non sono dei "volontari del vangelo", ma degli inviati del Signore. Ogni cristiano è inviato, cioè missionario, ossia messaggero della Parola che tocca il cuore della vita degli uomini. Non si tratta solo di una miglioria della qualità della vita. La posta in gioco è molto più seria: si tratta di salvezza o dannazione, di vita o di morte. Perché la posta è seria, il Signore conferma la predicazione degli apostoli con segni anche straordinari. I segni, per quanto grandi, alludono al grande "segno" dell'umanità di Gesù, ora assunta in cielo.

L'ascensione in cielo di Gesù segna, anche, il mistero della sua nuova incarnazione che – "con una non debole analogia" come insegna il Concilio – si rende visibile nella Chiesa, che è il suo corpo e opera lungo i secoli. Per quanto importanti e significativi, i segni, i miracoli, non devono mai essere separati dalla rivelazione di Dio in Gesù e dalla sua presenza nella Chiesa. Il teologo Karl Barth lo diceva con un parallelismo efficace: "Il mistero non poggia sul miracolo. E' il miracolo che poggia sul mistero". Il miracolo è simbolo del soprannaturale, serve ad aprire, per quanto brevemente, uno squarcio nel cielo. Come nel debole raggio di luce non è presente tutto lo splendore del sole, ma basta ad illuminare una stanza buia.

Il racconto dell'Ascensione si concludeva con l'energica sollecitazione dei due angeli ai discepoli: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui lo avete visto andare in cielo" (At 1, 11). Non basta dunque essere rivolti al cielo; bisogna rivolgersi anche alla terra per dare testimonianza a Cristo nel tessuto quotidiano delle varie relazioni e attività umane, secondo la missione che egli stesso ha affidato ai credenti in lui, come abbiamo udito nella prima lettura: "Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra" (At 1, 8). Siamo inviati a portare l'amore di Cristo in tutti gli ambienti: nella famiglia, nella comunità ecclesiale e nella società civile, nel lavoro, nella cultura, nella politica, nelle opere di misericordia verso i poveri e i malati, i carcerati e i migranti, i buoni e i cattivi.

Mons Angelo Sceppacerca16 maggio 2021
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