Commento al Vangelo
Domenica 26 dicembre - Santa Famiglia
Liturgia: 1Sam 1.20-22.24-28; Sal 83; 1Gv 3, 1-2.21-24; Lc 2, 41-52I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
"Essi non compresero". Ed erano la madre e il padre; Maria e Giuseppe. Eppure è troppo presto per comprendere. È ancora lungo il cammino. Mancano ancora trent'anni ai tre giorni in cui Gesù si smarrisce davvero, fuori dal tempio, inchiodato ad un legno e sepolto nello scavo di roccia.
Da Gerusalemme a Nazaret. Gesù ritorna nel luogo della vita quotidiana e zitta. A Nazaret Dio ha imparato tutte le cose dell'uomo, eccetto il peccato. È il grande mistero di Dio che assume tutta la nostra vita, compreso il perdono.
Un vangelo difficile e denso, quello che oggi la liturgia offre nella festa della Santa Famiglia. Come difficile e densa è la vita di ogni famiglia. Non resta che imitare Maria e continuare a cercare Gesù attorno al tempio e alla parola di Dio.
Alcuni suggerimenti per la famiglia. Un momento di raccoglimento davanti al Presepe. Il segno della croce: i genitori ricordano ai figli le tappe della loro storia e, soprattutto se piccoli, spiegano il senso del Giubileo.
"Eterna è la sua misericordia", così dice il Salmo 136, il Grande Hallel; e oggi lo canta anche la nostra famiglia, riconoscendo gli eventi più belli della propria storia.
"Settanta volte sette". Le parabole della misericordia fanno vedere la natura del Padre, ma la misericordia spetta all'agire dei suoi veri figli che non devono stancarsi di perdonarsi a vicenda. Domandiamoci: a chi, in famiglia, e per cosa, devo oggi offrire il mio perdono? A chi, in famiglia, e per cosa, devo chiedere scusa?
"Misericordiosi come il Padre". Entrando in chiesa guardiamo il crocifisso e vedremo il volto della misericordia di Dio che accoglie e ci abbraccia! Anche noi possiamo abbracciarci l'un l'altro.
Gesù, al tempio, è accolto da due anziani, Simeone ed Anna. Noi li mettiamo da parte; nel Vangelo sono tra i primi ad accogliere Gesù. Simeone è consolato da quel bambino, e canta uno degli inni più belli. Anna, con i suoi 84 anni, diviene la prima predicatrice del Vangelo. La vita, da anziani, può essere più intensa di quella già vissuta. È il miracolo di quando si ascolta il Vangelo.
Mons Angelo Sceppacerca26 dicembre 2021