Domenica 12 marzo - Terza di Quaresima | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 12 marzo - Terza di Quaresima

Liturgia: Es 17, 3-7; Sal 94; Rm 5, 1-2.5-8; Gv 4, 5-15.19b-26.39a.40-42Domenica 12 marzo - Terza di Quaresima

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità».
Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui. E quando giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Chi è il bisognoso? Gesù o la donna? Gesù si presenta come colui che è più debole, perché ha sete, chiede. In realtà le cose stanno in altro modo.

È l'acqua il simbolo di questa domenica; realtà per noi scontata, non per chi abita in paesi aridi come Israele. Lì l'acqua è il bene più prezioso: "Il popolo soffriva la sete per mancanza d'acqua", dice la prima lettura.

La libertà dalla schiavitù egiziana è a rischio in un deserto inospitale. Come noi oggi. Massa e Meriba sono "prova" e "ribellione"a Dio che li ha resi liberi. Senz'acqua la vita è impossibile e il popolo si chiede: "Il Signore è in mezzo a noi, sì o no?". E Dio risponde col dono dell'acqua dalla roccia, in pieno deserto. Il Signore è presente.

Il vangelo si apre attorno a un pozzo, dov'è Gesù, che chiede da bere a una donna samaritana. Quanti altri episodi dell'Antico testamento attorno a un pozzo: il servo di Abramo che incontra Rebecca, che sarà moglie di Isacco; Giacobbe e Rachele; Mosè e Zippora. Tutte scene nuziali; non nel caso della samaritana che, però, confessa: "io non ho marito".

Ironia unita all'equivoco. Da parte di un giudeo chiedere da bere a una donna è già inusuale, a una samaritana, poi, è scandaloso. Ma Gesù davvero ha bisogno di chiedere? Infatti dovrebbe essere la donna a chiedergli l'acqua viva. Lui è l'acqua di cui abbiamo bisogno. Soprattutto oggi quando si pensa di avere tutto.

Non finisce con l'acqua, ma con un nuovo inizio, la missione. La donna lascia la brocca e torna in città a dirlo a tutti. Lei, una samaritana, la prima missionaria.

La donna di Samaria, che lascia la brocca e va a raccontare tutto ai suoi concittadini, anticipa quello che accadrà alla risurrezione, quando ancora una donna sarà la prima a dare la buona notizia agli uomini. A tutti, uomini e donne, il compito di credere che il nostro ospite è «il salvatore del mondo». E l'acqua, sia quella del pozzo con la samaritana, sia quella che Mosé fa scaturire dalla roccia, è un chiaro riferimento al Battesimo ed è immagine di Cristo, sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna.

La quaresima è un cammino, come quello che Gesù fa compiere alla Samaritana, prima di rivelarsi come Salvatore, aiutandola a prendere coscienza dei suoi fallimenti e della sua fragilità. E' quello che invoca la preghiera che oggi, nella Messa, chiede a Dio: «guarda a noi che riconosciamo la nostra miseria».

Mons Angelo Sceppacerca12 marzo 2023
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