Domenica 19 marzo - Quarta di Quaresima | Commento al Vangelo

Commento al Vangelo

Domenica 19 marzo - Quarta di Quaresima

Liturgia: 1Sam 16, 1.4.6-7.10-13; Sal 22; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38Domenica 19 marzo - Quarta di Quaresima

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Chi ha colpa se uno nasce cieco? E chi è responsabile di un tremendo terremoto come quello della Turchia e della Siria? A chi far risalire il male del mondo? Chi può sciogliere i nodi che legano il dolore al peccato? Gesù nega che sia Dio l'autore del male e che la disgrazia sia la sua medicina. Gesù lascia aperto l'inesplicabile rapporto fra dolore e peccato. La sua risposta è l'invito a cambiar vita.

Per gli ebrei ogni malattia era legata ad un peccato specifico; da qui la domanda: se quell'uomo è nato cieco, come può aver peccato? Allora, è colpa dei suoi genitori? Gesù capovolge questi ragionamenti pseudo-religiosi, e offre un significato positivo: la malattia manifesta le opere di Dio. E la più grande delle malattie, la morte di Gesù, manifesterà la più grande delle opere di Dio, la risurrezione.

Quando sant'Agostino fece l'omelia su questa pagina, che invitava a meditare lentamente e a lungo, parlò per più di un'ora! Nelle catacombe, l'arte cristiana la offriva ai convertiti che si preparavano al battesimo ed erano ormai arrivati - come il cieco del Vangelo - alla professione di fede: "Io credo, Signore".

Il cieco dalla nascita, insieme alla luce degli occhi, acquista anche la luce della fede: ha chiesto una luce e ne riceve due. I farisei, al contrario, non accolgono la luce che è Gesù e, come i malati che ritenendosi sani rifiutano la guarigione, restano nelle tenebre. Ognuno sceglie la propria strada. I farisei persistono nel disconoscimento di Gesù ("non viene da Dio... non rispetta il sabato... è un peccatore... costui non sappiamo di dove sia"). Il cieco imbocca decisamente la strada verso la luce della fede ("l'uomo che si chiama Gesù mi ha guarito... è un profeta!... io credo, Signore, che sei il Figlio di Dio").

E oggi che si presume ogni conoscenza? La buona notizia è che la porta del Regno di Dio non è l'essere giusti, ma il riconoscersi ciechi, poveri, incapaci di camminare. La fede, molto prima di essere una conquista è un dono da accogliere. Per guarire il cieco Gesù usa fango e saliva, una strana medicina. La fede in Gesù va poi vissuta nella nostra storia, riaprendo gli occhi serrati dall'egoismo e riconoscendo che l'altro è un fratello.

S. Agostino, in un dialogo immaginario con il buon ladrone, gli chiede: "Come hai fatto a capire ciò che avveniva vicino a te, Gesù crocifisso, mentre noi, specialisti, dottori della legge, quando sotto i nostri occhi si compiva la Scrittura, non siamo stati capaci di capirla e di riconoscerlo? Hai forse studiato le Scritture tra una rapina e l'altra? Avevi forse letto Isaia che annunciava la Passione?". E il Buon Ladrone risponde: "Oh no, io non ho studiato le Scritture. Ma Gesù mi ha guardato e nel suo sguardo ho capito tutto".

Papa Benedetto XVI, in un Messaggio per la Quaresima, scriveva che il miracolo della guarigione del cieco nato, "è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l'unico nostro Salvatore".

Mons Angelo Sceppacerca19 marzo 2023
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