Cronaca della Consacrazione episcopale di Mons. Domenico Angelo Scotti | Diocesi di Trivento

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Cronaca della Consacrazione episcopale di Mons. Domenico Angelo Scotti

Abbiamo vissuto, nel mese scorso, momenti belli, esaltanti e indimenticabili, prima col la partecipazione, nella maestosa Cattedrale di Chieti, alla consacrazione episcopale di mons. Domenico Angelo Scotti e poi con la festosa accoglienza in Trivento al nuovo nostro Vescovo. Al tutto ci eravamo ben preparati soprattutto spiritualmente, per non disperdere l’opportunità di cogliere questo tempo come evento di misericordia e dono di Dio e per farlo diventare occasione di grazia e di benedizione.

Il giorno dell’Immacolata, alle ore 14.10, da Trivento sono partiti cinque pullman e molte macchine private con circa trecento pellegrini festanti e agghindati con uno sfarzoso foulard giallo riportante insieme alla riproduzione dello stemma di mons. Scotti la doppia data dell’otto e del diciotto dicembre 2005. Arrivati nella Cattedrale di San Giustino di Chieti i fedeli provenienti dalla Diocesi di Trivento, ce n’erano un bel po’ da tutte le altre foranie, sono stati invitati dall’impeccabile servizio d’ordine a prendere posto nei banchi del lato destro, di fronte al imponente coro cittadino diretto dal valente maestro don Donato Martorella; i sacerdoti sono scesi in cripta per rivestirsi dei sacri paramenti per la concelebrazione e qualcuno ne ha approfittato anche per fare una breve visita alla tomba di mons. Antonio Valentini e recitarvi una prece.

La celebrazione è stata presieduta da S. Ecc. mons. Bruno Forte, affiancato dai “consacranti a latere” mons. Paolo Romeo, Nunzio apostolico per l’Italia, e mons. Antonio Santucci, amministratore apostolico e Vescovo emerito di Trivento, e dagli altri consacranti Arcivescovi e Vescovi della CEAM, insieme a mons. Cleto Bellucci, ex Rettore del Regionale di Chieti, e a mons. Mutabase. Dopo la processione iniziale, mentre il coro eseguiva il canto solenne del “Rorate coeli desuper”, c’è stata la proclamazione della Parola di Dio. Il coro ha poi cantato il “Veni Creator Spiritus”: è lo Spirito Santo Consolatore, quello stesso che Gesù ha promesso ai suoi apostoli come frutto della sua Pasqua di Risurrezione, il vero artefice della consacrazione. Lo ritroverà il nuovo consacrato, ogni giorno, come sicuro compagno di viaggio allorquando illuminandolo, rafforzandolo, consolandolo, istruendolo gli farà sentire tutta la sua forza di conforto e di sostegno nell’assunzione delle innumerevoli responsabilità pastorali che lo attendono. Terminato il canto il nostro presbitero don Lino Mastrangelo, decano dei vicari foranei, ha chiesto al Arcivescovo consacrante: “Reverendissimo Padre, la Santa Chiesa di Trivento chiede che sia ordinato Vescovo il presbitero Domenico Angelo Scotti”. Dopo la risposta affermativa riguardo al possesso del mandato del Sommo Pontefice, il cancelliere della Curia di Chieti, don Massimo D’Angelo, ha letto la bolla di nomina del 17 ottobre. E’ seguito uno stretto dialogo con domande, sulla fede e sulla vita, che il Vescovo ordinante ha posto al Vescovo ordinando: è stata questa la professione di fede che il nuovo Vescovo ha ripetuto solennemente, nella piena convinzione che, tutto quanto il Signore ha iniziato in lui, il Signore stesso porterà a compimento nella vita e nel destino del suo consacrato.
Subito dopo il Vescovo eletto, mentre si cantavano le Litanie dei Santi, si è prostrato a terra: è questo il gesto canonico di tutte le ordinazioni, come anche ogni Venerdì Santo fa il celebrante che presiede la liturgia della Passione allorché si prostra in silenzio, imitando Gesù nel Getsemani, così ora il gesto del prostrarsi è stato segno di un totale dono di sé a Cristo, che ancora e più che mai raccomanda “restate qui e vegliate con me…”, abbandono totale e fiducia piena, fino all’annichilimento di sé.

E’ seguito il momento culminante della consacrazione episcopale: il Vescovo eletto Scotti si è avvicinato al Vescovo celebrante Forte, questi per primo gli ha imposto le mani sul capo, cosa che dopo hanno fatto anche gli altri due vescovi consacranti, poi, subito dopo, il vescovo celebrante e i vescovi consacranti hanno pronunciato la preghiera di consacrazione. Questo rito, risalente all’epoca apostolica, sta a significare la trasmissione dello Spirito Santo e il conferimento del carattere sacro, in quanto i Vescovi sono chiamati a sostenere le parti di Gesù stesso, Pontefice, Maestro e Pastore. Alle ore 18.14 dell’otto dicembre 2006 è risuonato potente e gioioso l’Amen di tutta l’Assemblea e, mentremons. Forte sottolineava “abbiamo un nuovo Vescovo”, un applauso interminabile e festoso inondava tutta la Cattedrale di San Giustino.

A completamento essenziale del rito ci sono stati dei gesti liturgici carichi di significato e di contenuto simbolico, che mons. Forte ha introdotto con munizioni chiare e commosse. Mentre si cantava una particolare preghiera, sul capo del nuovo Vescovo Scotti è stato posto il libro del Vangelo, essendo egli chiamato a una grandissima responsabilità, quella di primo “vocato da Cristo” ad annunziare la sua parola, fino agli estremi confini della terra, e a darne testimonianza con una vita umile ed esemplare. A ciò è seguita l’unzione del capo con il sacro Crisma: gesto che indica come la trasmissione dello Spirito Santo è piena e totale, tanto da penetrare al di dentro fino a prendere completo possesso di chi viene unto (come i re e i profeti dell’antica alleanza) e da farne un proprio strumento, visto che questi è chiamato a nuove responsabilità, a compiti direttivi che lo impegneranno a fondo. Poi al dito del vescovo ordinato mons. Forte ha infilato l’anello episcopale, segno del sacro sposalizio che mons. Scotti ha contratto con la Chiesa, mentre si recitavano le parole “ricevi l’anello, segno di fedeltà, e nell’integrità della fede e nella purezza della vita custodisci la santa Chiesa, sposa di Cristo”: è questa una garanzia della ininterrotta catena della successione apostolica e un forte richiamo all’impegno di essere sempre, quotidianamente, per gli altri, per le famiglie, per le comunità, per i più deboli. Con la consegna del Vangelo al nuovo Vescovo di Trivento, appena ordinato, gli è stato ricordato che egli deve accogliere, vivere e annunciare, fino ad immolarsi, se necessario, la Buona Novella. Al Vescovo neoconsacrato, infine, con un incalzare sempre più significativo e un crescente intrecciarsi di simboli e parole, è stata imposta la mitria sul capo, segno distintivo di chi deve essere eminente per fede, per carità, per fedeltà e per servizio, è stato consegnato il pastorale, segno dell’autorità che specificamente compete al Vescovo nell’adempiere al dovere di aver cura del gregge, vigilando su di esso e proteggendolo, finalmente si è fatto sedere mons. Scotti sulla cattedra episcopale, dove ha ricevuto l’abbraccio fraterno di tutti i dodici Vescovi presenti.

E’ seguito il rito consueto della Santa Messa concelebrata, con l’omelia magistrale e profetica di mons. Forte sul Vangelo dell’Annunciazione.

Dopo il rito della santa Comunione mons. Scotti è passato benedicente nella navata centrale della Cattedrale, accompagnato da mons. Romeo e da mons. Santucci, mentre alternativamente il Coro e il popolo santo di Dio ringraziavano con i significativi versetti del suggestivo canto del Te Deum. Mons. Scotti ha poi rivolto un commosso saluto ai presenti e ha ricevuto dal Sindaco di Trivento un omaggio floreale bene augurante.

La sig.ra Berardinelli in un articolo ha poeticamente commentato “quando siamo usciti dallo scintillio della funzione sacra, era già notte, ma su Trivento si era accesa la Cometa”. Si perché mons. Scotti è, fin da subito, entrato nel cuore di tutta la gente di Trivento, distinguendosi per la sua umiltà e il suo sorriso, e sicuramenteUfficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali - Comunicato StampaChieti, 8 dicembre 2005

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