In attesa di Madrid 2011 | Diocesi di Trivento

Riflessioni

In attesa di Madrid 2011

In attesa di Madrid 2011All’ippodromo di Randwick, mentre i ragazzi erano accampati in attesa di Benedetto XVI, le file di giovani davanti ai sacerdoti per le confessioni erano interminabili, notevole anche la presenza di famiglie con bambini. Hanno dormito nei sacchi a pelo, sotto le tende o in ripari di fortuna: la temperatura era appena di sette gradi.

Ben avviluppati dalle vesti della gelida notte, si sono scoperti gabbiani diretti verso i monti verdi, a fissare i mari e le terre lontane, senza lasciarsi incantare dai canti delle moderne sirene, intenti a volteggiare per orizzonti di pace, fra canti soffusi di echi profondi d'eternità.

La veglia è iniziata con l’ippodromo al buio. Una luce è apparsa sul podio portata dai ballerini con una danza che mimava l’avventura dell’umanità che accoglie i doni dello Spirito Santo. Il Papa è entrato accompagnato da 12 pellegrini mentre i giovani cantavano l’inno Nostra Signora della Croce del Sud. Dal cero pasquale il Papa ha acceso la fiaccola di una donna indigena che poi a sua volta accendeva le fiaccole dei 12, che accendevano poi quelle dei compagni fino a che la vallea dell’ippodromo tutta ne risplendeva. Quando il Papa se ne è andato la veglia è continuata per tutta la notte, con alternanza di meditazioni e di silenzio.

Meravigliosi questi giovani strappati alle brume di Morfeo, destati dai delicati tocchi di sospiri e speranze! la Croce del Sud li ha saputo coccolare tanto, facendo scoprire loro i profumi della terra d’oriente e ha creato per loro un’atmosfera di magico splendore, in turbini di luci, in abbracci di stelle e di fiori, in attesa del bacio del sole che scioglieva la dolce carezza della lunga notte.

Il Santo Padre, celebrando poi la Messa conclusiva della Gmg, durante l’omelia ha detto: “Rafforzata dallo Spirito e attingendo a una ricca visione di fede, una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta”. Benedetto XVI° ha indicato questa consegna per i giovani di Sydney 2008: far sì che l'amore unificante sia la loro misura, l'amore durevole sia la loro sfida, l'amore che si dona sia la loro missione.

E così ora il nostro cuore si gonfia di vera gioia e di tanta speranza perché ritorneranno tra noi questi giovani per cantarci ancora nuove canzoni di fede e d'amore e saranno capaci loro di riscrivere la nostra storia, scandendo le attese con note di perla e con sorrisi di felicità. Ci comunicheranno sempre nuove emozioni, ci dispenseranno risate di spensierata, ma impegnata, gioventù, ora che hanno (ri)scoperto le ali dello Spirito e son capaci di portarci sempre più in alto, inebriati dal sussurro o dal sibilo del nuovo vento, al cui ritmo danzeranno, rivitalizzati profondamente nello spirito e con l'anima così tutta intessuta di arcobaleno.

Don Mimì Fazioli

di don Mimì FazioliSydney (Australia), 21 luglio 2008

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