Presentata il 7 luglio in conferenza stampa la nuova enciclica di papa Benedetto XVI | Diocesi di Trivento

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Presentata il 7 luglio in conferenza stampa la nuova enciclica di papa Benedetto XVI

Presentata il 7 luglio in conferenza stampa la nuova enciclica di papa Benedetto XVI

"Caritas in veritate" è la nuova enciclica firmata da papa Benedetto XVI° il 29 giugno 2009 e resa pubblica martedì 7 luglio nel corso di una conferenza stampa moderata dal gesuita padre Lombardi e alla quale hanno partecipato due cardinali, gli eminentissimi Renato Raffaele Martino e Paul Josef Cordes, un arcivescovo Mons. Giampaolo Crepaldi, e un laico, il prof. Stefano Zamagni.

L’enciclica, la terza di Benedetto XVI, si compone di 127 pagine ed è divisa in 75 capitoli, ne sono state stampate circa 600 mila copie, in otto lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, polacco e latino, un vero e proprio record editoriale.

Tutta la sua analisi, riprendendo e approfondendo le tematiche sociali contenute nella Populorum progressio, scritta da Paolo VI nel '67, esattamente 20 anni dopo l'ultima encilica sociale di Giovanni Paolo II, la indimenticata Centesimus Annus, è incentrata sui grandi e scottanti temi posti dalla globalizzazione dell'economia e dei suoi effetti nefasti sulla vita delle persone. In altre parole è espressione di un convinto richiamo etico per rendere meno ingiusto il futuro e quindi approfondisce alcuni aspetti dello sviluppo economico integrale alla luce della "carità nella verità".

Ha detto il cardinale Martino: “Nel titolo della Caritas in veritate appaiono i due termini fondamentali del magistero di Benedetto XVI, appunto la Carità e la Verità. Questi due termini hanno segnato tutto il suo magistero in questi anni di pontificato, in quanto rappresentano l’essenza stessa della rivelazione cristiana. Essi, nella loro connessione, sono il motivo fondamentale della dimensione storica e pubblica del cristianesimo, sono all’origine, quindi, della Dottrina sociale della Chiesa. Infatti, «Per questo stretto collegamento con la verità, la carità può essere riconosciuta come espressione autentica di umanità e come elemento di fondamentale importanza nelle relazioni umane, anche di natura pubblica. Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta» (n. 3). Vale a dire senza verità, la carità, parola troppo «abusata e distorta», rischia di diventare oggi «irrilevante» ed è tenuta fuori «dai progetti e dai processi di costruzione di uno sviluppo umano di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operatività». Il Papa si dice «consapevole degli sviamenti e degli svuotamenti di senso a cui la carità è andata e va incontro, con il conseguente rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico e, in ogni caso, di impedirne la corretta valorizzazione» in ambiti abbastanza vasti, cioè in campo sociale, giuridico, culturale, politico, economico… Ecco uno dei pensieri del papa: la carità dev’essere coniugata con la verità, «non solo nella direzione, segnata da San Paolo, della "veritas in caritate" (Ef 4,15), ma anche in quella, inversa e complementare, della "caritas in veritate"».

Mentre il cardinale Cordes ha specificato: “Il cuore della dottrina sociale resta l’uomo… L’uomo allora non si pone solo come obiettivo di un processo, ma come il soggetto di questo processo. L’uomo che ha conosciuto Cristo si fa attore di cambiamento perché la dottrina sociale non resti lettera morta… La dottrina sociale non rimane carta o ideologia solo se ci sono cristiani disposti viverla nella carità, con l’aiuto di Dio. "Lontano da Dio, l’uomo è inquieto e malato" (n. 76). E’ altamente significativo che l’ultimo numero dell’enciclica (79) è dedicato alla preghiera e alla necessità della conversione: Dio rinnova il cuore dell’uomo perché questi possa dedicarsi a vivere nella carità e nella giustizia. Perciò i cristiani non stanno semplicemente alla finestra a guardare o a protestare, contagiati dalla moderna cultura della denuncia (Kultur des Einspruchs), ma si lasciano convertire per costruire, in Dio, una cultura nuova. Questo vale anche per i membri della Chiesa, singoli o associati”.

I commendatori delle grandi testate laiche, invece, evidenziano altri temi, quali: Il papa lancia una sfida al mondo: "Lavoro per tutti". Dal papa un grido per arrestare i danni del capitalismo e dell’epoca post-industriale "Serve un'economia etica". Il papa, preoccupato per l'aumento del divario tra poveri e ricchi, mette in guardia da "I pericoli della povertà". Il Pontefice non dimentica gli immigrati che "recano un contributo significativo allo sviluppo economico del Paese ospite con il loro lavoro, oltre che a quello del Paese d'origine grazie alle rimesse finanziarie", per questo invita a "Rispettate i migranti". Benedetto XVI conferma i no della Chiesa all'aborto talvolta promosso da organismi dell'Onu nei Paesi più poveri e ripete il suo "No all'eugenetica" e si rammarica perché le campagne promosse da "Onu e Ong” sono troppo “costose e burocratiche".

A proposito di un diverso ordine internazionale il professor Zamagni ha detto: “Quanto mai opportuna l’insistenza della CV sulla necessità di attuare una governance globale, ma di tipo sussidiario e poliarchico. Ciò implica, per un verso, il rifiuto di dare vita ad una sorta di superstato, per l’altro verso, l’urgenza di completare e aggiornare l’opera svolta nel 1944 a Bretton Woods quando si disegnò il nuovo ordine economico internazionale. A mio giudizio si tratta di: 1) affiancare all’attuale assemblea delle NU una seconda assemblea in cui siedano i rappresentanti delle varie espressioni della società civile transnazionale; 2) dare vita al Consiglio di Sicurezza socio-economica delle NU in appoggio all’attuale Consiglio di Sicurezza militare; 3) istituire una Organizzazione Mondiale delle Migrazioni e una Organizzazione Mondiale per l’Ambiente sul modello della Organizzazione Mondiale per il Commercio; 4) intervenire sul FMI per affrontare il problema di una valuta globale e realizzare la riforma delle riserve monetarie globali, come è stato proposto dalla Conferenza delle NU del 23 giugno 2009”.

Il nostro Vescovo Scotti intende proporre lo studio di questa enciclica ai fedeli laici iscritti alla Scuola di Teologia che nel prossimo autunno si riaprirà in Trivento a beneficio delle quattro Diocesi del Molise e vorrà farne motivo di incontro e di approfondimento anche con gli amministratori locali, i primi responsabili e interessati all’argomento del bene comune.

Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali - Comunicato StampaRoma, 8 luglio 2009

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