Le tempeste fanno mettere agli alberi radici più profonde (Claude Mac Donald) | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Le tempeste fanno mettere agli alberi radici più profonde (Claude Mac Donald)

Le tempeste fanno mettere agli alberi radici più profonde (Claude Mac Donald)“Ahi, Ahi, Ahi… la sua risposta è purtroppo sbagliata”. Potrebbe dire così il grande Mike nazionale a chi sulla sua bara ha posto la scritta rossa: ALLEGRIA!

Allegria: parola appropriata e geniale o una delle solite e scontate gaffe sponsorizzate da Mike?

Indubbiamente Mike Buongiorno è stato indiscusso principe dei programmi leggeri, dei telequiz e delle telepromozioni; egli è stato il primo ancorman ad ottenere un successo strepitoso, capace di inchiodare milioni di italiani davanti ai televisori e di costringere i cinema ad interrompere le proiezioni ogni giovedì sera per permettere di vedere le mitiche puntate di “Lascia o raddoppia”.

Non è stato il solo, anche alcuni santi hanno sponsorizzato l’allegria: San Giovanni Bosco soleva affermare “Il demonio ha paura della gente allegra” e san Filippo Neri diceva “noia e malinconia fuori di casa mia”. E veramente concreto impegno di ogni cristiano dovrebbe essere quello suggerito da Julie Lavergne “Ho trovato un’ottava opera di misericordia: rallegrare le persone tristi”, mentre lo stesso Michel de Montaigne affermava che “il segno più evidente della saggezza è la continua allegria”.

Ma, c’è un grande ma, proprio ora, alla ripresa delle attività e della scuola, con la cassa integrazione che funziona a tutto spiano, con i precari sospesi ad un esile filo di illusorie promesse, c’è ben poco da essere allegri, se non ridere delle affermazioni di un capo di governo che si proclama il migliore di tutti gli altri che lo stato italiano ha avuto nei suoi centocinquanta anni di storia.

Per il pessimista c’è ben poco da essere allegri, pur non fuggiasco dai problemi reali, egli usa un’altra parola, simile nell’assonanza, ma corrosiva nel significato: ALLERGIA! Con i tempi che corrono ci si vede costretti a lasciare fuori della porta di casa l’allegria e a provare piuttosto una forte allergia per le banali promesse dei mercanti della politica, per il franare dei sogni di benessere: all’apparir del vero tutto è troppo più difficile e abbastanza più duro da digerire.

Una allergia dobbiamo tutti temere: l’allergia all’allegria!

Io, al contrario, preferisco scrivere, a conclusione di ogni pur piccola esperienza di vita, un’altra, una sola, una magica parola: ALLEGORIA!

Dal desiderio continuo e dalla spasmodica ricerca di piccole gioie terrene ed effimere mi devo allargare alla ricerca di una più grande gioia imperitura. Ricordo, a proposito, l’insegnamento di Virgilio e di Seneca i quali dicevano per aspera si può arrivare ad astra, perché non est ad astra mollis e terris via!

In altre parole, le difficoltà, come i ciotoli fanno parte della strada, sono l’essenza della nostra esistenza. I libri sono ricchi di citazioni in proposito: le difficoltà non sono fatte per abbattere, ma per essere abbattute (De Poncheville); non è la strada che è difficile, ma il difficile che è la strada (Soren Kierkegaard); difficile, in qualunque grado, vuol dire sempre possibile (Alessandro Manzoni); le tempeste fanno mettere agli alberi radici più profonde (Claude Mac Donald).

Solo così, con impegno e costanza, con coraggio e forza di volontà, può rinascere l’allegria e perciò anche l’allegria diventa il condimento principale, l’ingrediente indispensabile della nostra salute mentale, spirituale e fisica. L’allegria impedisce all’uomo introverso di richiudersi su se stesso, ma, come un raggio di sole mattutino apre i petali del fiore, essa fa sbocciare l’accoglienza, la rivalutazione della vita, perchè: una vita senza senza allegria è una lampada senza olio (Walter Scott) e a merry heart lives long (William Shakespeare).

Don Mimì Fazioli

di don Mimì FazioliTrivento (CB), 11 settembre 2009

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