Riflessioni di metà agosto | Diocesi di Trivento

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Riflessioni di metà agosto

Riflessioni di metà agosto Vacanze per riposare, vacanze per girare, vacanze per sballare, o vacanze anche per esprimere la propria religiosità. Vacanzee divertimento a tutto spiano che diventanosemplice miraggio per apparire, per sembrare, per essere alla page…

Servirebbe a qualcosa uno stile diverso?

Partiamo da un racconto che ha del surreale, come surreali sono le manie delle vacanze che si rivelano, poi per tanti, vere e proprie fatiche di Sisifo: un uomo si era perso nel deserto. Esaurita la scorta di viveri e di acqua, si trascinava penosamente sulle ghiaie roventi. Improvvisamente vide davanti a sé delle palme e udì un gorgoglio d'acqua. Ancora più sconfortato pensò: "Questo è un miraggio. La mia fantasia mi proietta davanti i desideri profondi del mio subconscio. Nella realtà non c'è assolutamente niente". Senza più speranza, vaneggiando, si abbandonò esanime al suolo. Poco tempo dopo, lo trovarono due beduini. Il poveretto era ormai morto. "Ci capisci qualcosa?", disse il primo. "Così vicino all'oasi, con l'acqua a due passi e i datteri che quasi gli cadevano in bocca! Com'è possibile?". Scuotendo il capo, l'altro disse: "Era un uomo moderno".

Riflettendo e riposando impari che la felicità è fatta di cose piccole, ma preziose... Riflettendo, meditando e crescendo impari che il profumo del caffè al mattino è un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.

Soloriposando, meditando e pregando puoi imparare che la felicità non è quella delle grandi cose. Non è quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi... La felicità non è quella che affannosamente inseguiamo credendo che l'amore sia tutto o niente,... non è nemmeno quella delle emozioni forti, che esplodono d’estate fuori di noi come tuoni spettacolari..., la felicità non può essere quella di sfide continue fatte per vincere mettendosi continuamente alla prova e nemmeno quella nascosta nello sguardo accattivante e proibito di una persona sconosciuta che ti vuole a tutti i costi e ti chiama "amore"…

Fermandoti a riflettere impari che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi, e ti accorgi che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della campagna ti sveglia dall'inverno del pessimismo, e che sederti a leggere all'ombra di un albero ti rilassa, ti ricrea e ti libera dai pensieri negativi.

Fermandoti a pensare positivo impari che la fede è fatta di sensazioni delicate, di piccole scintille, di una Presenze vicina anche se viene da tanto lontano, e impari che il tempo si dilata e che quei cinque minuti di silenzio e di meditazione sono più preziosi e più lunghi più di tante ore, e ti accorgi che basterebbe chiudere gli occhi e riflettere per accendere i sensi, o riguardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere ancora con chi ami.

Fermandoti impari a non essere nervoso o ansioso, cominci a capire anche che non è più fastidiososentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, ma che si tratta di piccoli attimi felici, tasselli di un mosaico di pace e impari ad avere, racchiusi nel cuore, sogni piccoli ma tanto preziosi.

Fermandoti cominci acapire che guardare il sorriso di un bimbo è una deliziosa felicità, impari che i regali più grandi non sono gli oggetti ma il restare con le persone che ami... Fermandoti impari che c'è felicità anche in quella urgenza di scrivere, di fissare su un foglio i tuoi pensieri, che c'è qualcosa di amaramente felice anche nella dolce malinconia dei tempi passati e nel crudo rimpianto di un amore deluso e finito.

Solo la meditazione ti può insegnare quanto sia bella e grandiosa la poesia dell’esistenza, la semplicità della vita, la gratitudine a Dio che ci tiene in vita.

Non ci credi? Sembra assurdo? Allora rifletti anche tu su questo aneddoto: un uomo si recò da un monaco di clausura. Gli chiese: "Che cosa impari mai dalla tua vita di silenzio?". Il monaco stava attingendo acqua da un pozzo e disse al suo visitatore: "Guarda giù nel pozzo! Che cosa vedi?". L'uomo guardò nel pozzo. "Non vedo niente". Dopo un po' di tempo, in cui rimase perfettamente immobile, il monaco disse al visitatore: "Guarda ora! Che cosa vedi nel pozzo?". L'uomo ubbidì e rispose: "Ora vedo me stesso: mi specchio nell'acqua". Il monaco disse: "Vedi, quando io immergo il secchio, l'acqua è agitata. Ora invece l'acqua è tranquilla.E questa l'esperienza del silenzio: l'uomo vede se stesso!".

Oggi, anche tu, scegliti un angolo tranquillo e lasciati cullare dal silenzio e dalla meditazione orante.

don Mimì FazioliTrivento (CB), 18 agosto 2011

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