NewsSpettacolo organizzato dall'Oratorio SanCasto-Vescovo Domenica 29 gennaio, ore 15.30, l'Oratorio San Casto-Vescovo organizza uno spettacolo per una maggiore sensibilizzazione dei ragazzi della scuola al problema della Shoah. Gli organizzatori e i responsabili dell'Oratorio cittadino hanno preferito farlo di domenica, perché venerdì 27 non si può fare, essendo i ragazzi impegnati nei giorni feriali in mille attività extra-scolastiche.Il programma pomeridiano della manifestazione, che si svolge a Colle San Giovanni, prevede la spiegazione di un Power-point sul razzismo e la proiezione della “La vita è bella”, film del 1997, che ha avuto come aiuto-scenografo il molisano Eduardo Di Iorio di Frosolone e che, nel 1999, in occasione del premio Oscar ha ricevuto tre statuette d'oro.Il 27 gennaio di quest'anno ricorre proprio il sessantasettesimo anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell'Armata Rossa e si ricorda anche il venticinquesimo anniversario dalla scomparsa di Primo Levi, lo scrittore torinese che, con le sue alte testimonianze, ha contribuito a descrivere e decifrare la barbarie dei campi di sterminio. I suoi libri sono un patrimonio di tutto il mondo e uno degli strumenti di conoscenza di maggior valore.Per questo noi celebriamo per la dodicesima volta, in Italia, il Giorno della Memoria, che è stato istituito con la Legge dello Stato n. 211 del 20 luglio 2000, che coinvolge, ed è fondamentale, soprattutto il mondo della scuola.È una data che viene ricordata contemporaneamente in molti Paesi europei, e che è divenuta, in questi anni, importante e molto sentita dalla popolazione e dalle istituzioni. Perché il tentativo di annientamento degli ebrei d'Europa perpetrato dal nazismo e dai suoi alleati, nel segno di una ideologia criminale che si è abbattuto anche contro altre categorie, teorizzando la supremazia di uomini su altri uomini e portando l'Europa e il mondo a una immane catastrofe, è una parte della nostra storia collettiva che scuote le coscienze, spingendo le persone a chiedersi come possa essere potuto accadere.Ripetiamo con Paul Eluard (nella poesia Non verremo alla mèta ad uno ad uno): “Non verremo alla mèta ad uno ad uno, ma a due a due. Se ci conosceremo a due a due, noi ci conosceremo. Tutti, noi ci ameremo tutti, e i figli un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo lacrima in solitudine”. Ufficio comunicazioni socialiTrivento, 26 gennaio 2012Condividi pagina