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Per la festa delle donne
Ricordo della mamma: donna forte e gentileTorno spesso,
nel consunto velario del mio passato,
alle antiche memorie,
ai luoghi della mia passata fanciullezza,
e mi ritrovo pensoso,
in quella casa, oggi deserta,
dove unico rumore domina la quiete silente,
ma dove il tuo tenero amore,
eternamente, respiro.
Rivedo dolci, austere, affrante e piene di mistero,
quelle vive pupille dei giorni scomparsi,
a volte terse e generose,
altre volte poi umide e sempre più delicate,
nel mio cuore ben radicate
e che le mie vene lacerano,
quasi pruni di biancospino inaridito,
quando il dolore, d’un sapore cupo,
stormisce e penetra nel profondo dell’anima.
Sento ancora il riverbero, amplificato nel tempo,
di quel tuo canto fiducioso che salmodiava versi gioiosi,
e, verso il cielo librandosi, invocavi benedizione,
mentre a casa io rientravo la sera,
soddisfatto, appagato e conquistato da quella melodica voce.
Ogni cosa è diversa, oggi:
ma quando sono in balia del nostalgico rimpianto,
e ben stanche sono le membra affaticate,
se solo ripenso a quel tuo sguardo,
lo raffiguro ai più splendidi raggi di luna,
ai più caldi e confortevoli raggi di sole.
Un libro aperto erano i tuoi occhi,
molto più di tante parole,
sono sempre stati più eloquenti di ogni discorso
e percepisco ancora forte la tua presenza,
ricca della tua materna generosità,
del tuo desiderio di non ceder le armi.
Ufficio comunicazioni sociali7 marzo 2012