Menti pensanti | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Menti pensanti

Menti pensanti La questione della sanità in Molise si trascina come problema irrisolto da molti anni e si sta trasformando in un percorso molto tortuoso e pieno di ostacoli.
Gli errori di valutazione che si commettono al riguardo sono fondamentalmente due: pur essendo una faccenda di grande complessità, la si vede a sé stante ed isolata dalle diverse voci del bilancio regionale e soprattutto fuori dalle reali necessità per la tutela della salute dei cittadini in relazione al contesto territoriale ed alle difficoltà dei movimenti logistici per il raggiungimento dei centri di soccorso immediato, diagnostici e di cura.

L’unica cosa certa al momento è lo smantellamento progressivo ed inesorabile delle strutture ospedaliere esistenti a partire da quelle periferiche fino all’ultima chicca rappresentata dall’ipotesi di trasferire reparti del Cardarelli di Campobasso presso la Fondazione Giovanni Paolo II. Si insiste poi ancora su questa idea davvero balzana della costruzione, anche con capitali privati, di un nuovo nosocomio a Monteroduni che ha il solo scopo di frenare l’irritazione dei cittadini di un certo bacino elettorale, ignorando invece aree chenon hanno lo stesso numero di schede elettorali.

Da alcuni giorni è stata resa pubblica la bozza di Piano Sanitario Regionale approdata in IV Commissione e che a giorni sarà in Consiglio Regionale.
Comincia a muoversi sulle linee di tale documento una protesta al momento alquanto generica,mentre non esiste alcuna ipotesi di riorganizzazione della sanità in Molise né da parte delle categorie rappresentative dei medici, né su proposta delle forze politiche di opposizione in Consiglio regionale.

Abbiamo letto con attenzione la bozza di Piano Sanitario Regionale.
Si parte dalla descrizione dello stato di salute e dalla delineazione di un quadro epidemiologico.

Si definiscono quindi le linee di indirizzo che dovrebbero basarsi, si scrive, sui principi di universalità, uguaglianza, solidarietà, centralità del cittadino, appropriatezza, approccio integrato tra pubblico e privato e sostenibilità per creare un sistema di equità capace di raggiungere le esigenze di tutti i cittadini. In realtà si tratta di idee certo condivisibili sul piano teorico, ma al momento smentite nella realizzazione territoriale e regionale dai servizi socio-sanitari che presentano carenze diffuse e preoccupanti.

Per quanto riguarda la prevenzione si parla della necessità di aumentare screening e vaccini, ma non si strutturano campagne di educazione alimentare, comportamentale e guida a stili di vita capaci di raggiungere l’intera popolazione per prevenire malattie da noi troppo diffuse e spesso causa di mortalità.

Nel Piano si ipotizza una Porta Unica di Accesso ai servizi territoriali ed una Unità di Valutazione Multidimensionale per prendere in carico i bisogni dei cittadini; si parla anche di Piani di Zona e di Unità Territoriali di Assistenza Primaria costituite da medici convenzionati operantiin sede unica; si definisce anche la necessità di team infermieristici di comunità come di Presidi Territoriali di Assistenza corrispondenti agli attuali Poliambulatori; si sostiene, infine, la necessità di diffondere i consultori, l’assistenza territoriale riabilitativa e quella domiciliare.

Quale articolazione territoriale debbano avere tali strutture nella Regione non ci pare sia spiegato, né è chiaro se esse debbano avere natura pubblica o, come si dice con eleganza, un approccio integrato pubblico-privato.
Nella lettura della bozza di Piano Sanitario Regionale le perplessità e i dubbi che assalgono la mente sono molti.

In realtà l’unica certezza che i cittadini molisani hanno è lo smantellamento progressivo delle strutture ospedaliere esistenti sul territorio ed una drastica riduzione del numero dei posti letto, la cui distribuzione tra pubblico e privato non è ancora chiara. Si è detto che ciò era necessario per razionalizzare l’assistenza, creare poli di eccellenza e servizi sanitari territoriali.
Altro che razionalizzazione, purtroppo!

Da anni molti servizi socio-sanitari sono ormai affidati ai privati e tra questi soprattutto l’assistenza domiciliare ai malati cronici ed agli anziani, ma anche le diverse forme di riabilitazione.
Ora è in atto il tentativo di smobilitare l’Ospedale Cardarelli e di distruggere quindi la sanità pubblica nel Molise attraverso tentativi di argomentazione che solo uno sprovveduto può assumere come una spiegazione plausibile.
Si sta demolendo tanta parte dei servizi esistenti per i debiti accumulati da una gestione incosciente del denaro pubblico e noi dovremmo essere fiduciosi nella diffusione di servizi di medicina territoriale programmati nel Piano Sanitario Regionale?

E se rimanessero solo propositi mai realizzati?
E se le strutture private della cosiddetta eccellenza decidessero di lasciare prima o poi la Regione Molise?
Un servizio come quello sanitario è talmente essenziale e deve contenere in maniera così forte il principio dell’equità che non può che rimanere bene comune e quindi pubblico.
Certo il pubblico va difeso, ma anche qualificato e reso pienamente efficiente.

Non stiamo negando la possibilità dell’iniziativa privata, ma semplicemente affermando che il diritto alla salute va assicurato a tutti in maniera ottimale anzitutto in strutture pubbliche
Sulla questione della sanità sul nostro territorio noi tutti abbiamo il dovere e il diritto di non informarci soltanto, ma di riflettere come menti pensanti e costruire sinergie per dare il nostro contributo alla soluzione di un problema così importante per la qualità della vita dell’intera collettività regionale.

Stiamo parlando di un tema così rilevante che le eventuali azioni di rivendicazione, ma anche gl’impegni di elaborazione e di studio programmatico devono, secondo noi, avere il più cristallino impegno civico lontano da ogni obiettivo di basso profilo politico o di meschino interesse particolare.

Abbiamo la necessità di vedere chiaro dentro ogni decisione di natura politica ed amministrativa, ma sentire forte anche la volontà di essere presenti nella definizione delle linee di un Piano Sanitario Regionale che deve necessariamente essere strutturato secondo le esigenze della popolazione.

È chiaro, allora, che eventuali forme di coordinamento devono vedere la presenza anzitutto della categoria dei medici e poi di tutte le forme di associazionismo che hanno a cuore una sanità in Molise pienamente funzionante che allontani per tutti noi il ritorno dei viaggi della speranza per guarire da una malattia.

La scorsa settimana abbiamo proposto dei forum su talune questioni concernenti la vita comunitaria.
Quello sulla sanità potrebbe essere il primo.
Costruiamolo e lavoriamo con intelligenza e senso di responsabilità.Umberto BerardoTrivento (CB), 16 marzo 2012

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