Mi sono soffermato a lungo su questo brano di Giobbe | Diocesi di Trivento

Riflessioni

Mi sono soffermato a lungo su questo brano di Giobbe

Mi sono soffermato a lungo su questo brano di Giobbe Mi sono soffermato a lungo su questo brano di Giobbe (38, 34-38): "Puoi far sentire la tua voce alle nuvole, perché ti coprano di abbondante piogge? Sei capace di farti ubbidire dai fulmini, di farli partire ai tuoi ordini? Chi ha dato la sapienza e l'intelligenza a un uccello come l'ibis o al gallo? Chi è capace di contare le nuvole? Chi può svuotare le riserve del cielo quando la terra è arida e secca e le zolle sono dure come pietre?".

Mai vista un'estate così torrida come quella appena terminata, sferzata dai venti troppo caldi dell'Africa.
Finalmente ha ripreso a piovere: erano settimane che non si vedeva una goccia d'acqua. È questa una pioggerella fitta e continua, come meglio proprio non potrebbe essere. Acqua attesa e desiderata, acqua rigeneratrice, acqua benedetta, vera linfa vitale mandata benefica dal cielo a ripulirci la vita e a rinfrescarci le membra scottate dal prepotente sole di un'estate così afosa, asfissiante, snervante.

Dalla finestra socchiusa si sente il rumore, ora sommesso ora più forte, delle gocce che rimbalzano sulle tegole arse, sul selciato vuoto e sulle foglie avide. Non si sente altro; tutto il mondo tace. Anche gli uccelli si sono zittiti, si sono nascosti nei loro nidi e viene la tentazione di stare ogni tanto in apnea perché forse anche un respiro potrebbe turbare questo incanto.

È un religioso silenzio quello che si spande sulla campagna triventina in quest'ora notturna e la speranza è che non smetta alla svelta. Verrebbe voglia di uscire a bagnarsi il viso guardando le nuvole al chiarore dei lampi esplosivi, al rombo dei tuoni che rotolano per la valle.

A tratti il silenzio è ancor più profondo e non resta che il rumore di un lieve gocciolamento dalle vecchie grondaie e dai balconi fioriti.
Forza pioggia, non smettere! Continua ancora, ancora e poi ancora a irrigare i campi, i prati, i giardini, i boschi.

Scriveva bene E. Dickinson quando cantava: ora "Sono più miti le mattine, e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo. La rosa non è più nella città. L'acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta, Ed anch'io, per non essere antiquata, mi metterò un gioiello". Mentre anche noi come Trilussa ci potremo fermare ad interrogare le foglie morte: "Ma dove ve ne andate, povere foglie gialle come farfalle spensierate? Venite da lontano o da vicino da un bosco o da un giardino? E non sentite la malinconia del vento stesso che vi porta via?".

Dice bene il Salmo 104, versetti 10-14: "Dalle sorgenti fai scendere le acque ed ecco ruscelli scorrere tra i monti. Alle loro sponde vengono le bestie della campagna, le zebre vi placano la sete. Là intorno fanno nidi gli uccelli Dall'alto dei cieli fai piovere sui monti. E non fai mancare alla terra l'acqua necessaria".

Adesso comincia ad arrivare il profumo della terra umida e speriamo che tutto ritorni più verde, più pulito, più vero: rivedremo il colore del bosco con i suoi riflessi dorati, sentiremo il suo ricco profumo, di grande finezza, con sentore di mandorle amare e miele bruciato, gusteremo il sapore è armonico dei dolci frutti ottobrini, con il filo dell'orizzonte divenuto più ampio, più fine e più trasparente.

Così sta per svanire l'estate e presto lascerà il posto all'autunno che, insieme alla pioggia e ai colori caldi delle foglie ingiallite, porta anche con sé anche la voglia di bere vini corposi e di mangiare cibi che la stagione che ci apprestiamo a vivere ci offre: castagne, marroni, funghi, zucche e mele. Tutti prodotti dei quali il territorio triventino è colmo e i suoi splendidi prodotti sono alla base dei deliziosi piatti d'autunno.

Ma la mia anima quale stagione dell'anima sta ora vivendo? Dio voglia che come i pampini dell'uva non mi lasci bruciare dal gelo dell'egoismo, ma piuttosto, come davanti ai grappoli succosi, chiunque a me si avvicina possa trovare attenzione convinta, comprensione viva e dedizione profonda!don Mimì FazioliTrivento (CB), 17 settembre 2012

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